Tra teatro e natura, dal 20 settembre al 16 novembre la nuova stagione della rassegna green che unisce letteratura, arte e paesaggio, promossa da I Teatrini e dall’Università Federico II.

Napoli festeggia la 30esima edizione delle “Fiabe all’Orto Botanico”, la rassegna che da tre decenni porta grandi e piccoli in un viaggio tra storie senza tempo e la bellezza della natura. Dal 20 settembre al 16 novembre il celebre giardino voluto da Giuseppe Bonaparte nel 1807, tra i più importanti d’Europa per ricchezza di collezioni botaniche, torna a trasformarsi in un teatro a cielo aperto grazie agli spettacoli firmati dall’autrice e regista Giovanna Facciolo.

Sono quattro i titoli in cartellone, tratti dai classici della letteratura per l’infanzia e reinterpretati nella formula itinerante che ha reso unica la rassegna. Si parte con “Come Alice…” ispirato al capolavoro di Lewis Carroll (20, 21, 27 e 28 settembre), si prosegue con “Artù e Merlino”, riscrittura originale dal Ciclo Bretone (4, 5, 11 e 12 ottobre), quindi “Con le ali di Peter” dal romanzo di J. M. Barrie (18, 19, 25 e 26 ottobre e 1 novembre), per chiudere con “Il popolo del bosco”, omaggio alle creature magiche custodi del verde (8, 9, 15 e 16 novembre). Tutti gli spettacoli andranno in scena alle ore 11, in weekend dedicati alle famiglie.

“Ogni spettacolo è pensato per l’Orto Botanico stesso, che diventa protagonista insieme ai personaggi delle fiabe – sottolinea la direttrice artistica Giovanna Facciolo –. Qui le storie prendono vita, vanno oltre le pagine dei libri e si intrecciano con la poesia della natura”.

Un progetto che nel tempo ha coinvolto migliaia di spettatori e creato una comunità artistica stabile, come ricorda Luigi Marsano, presidente de I Teatrini: “In 30 anni abbiamo accolto più generazioni e lavorato con circa 40 tra attori e tecnici. È una fiaba che continua e che speriamo di raccontare ancora a lungo, grazie alla collaborazione con l’Orto Botanico e l’Università Federico II”.

Le “Fiabe all’Orto Botanico” sono promosse da I Teatrini e dall’Università Federico II con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Campania e del Comune di Napoli.

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