La Regione Sardegna ha introdotto un bonus natalità destinato alle famiglie residenti nei comuni con meno di 5.000 abitanti, con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dello spopolamento e incentivare la natalità. La misura prevede un contributo di 600 euro al mese per il primo figlio fino al compimento del quinto anno d’età e 400 euro per ogni figlio successivo.

Un’iniziativa per invertire il declino demografico. Negli ultimi anni, la Sardegna ha registrato un calo significativo delle nascite, con un tasso di natalità di 4,9 ogni mille abitanti, il più basso tra le regioni italiane. Questo trend ha portato alla chiusura di scuole, alla riduzione dei servizi e a una crescente difficoltà economica per i piccoli centri.

L’assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi, ha sottolineato che la misura non vuole essere un semplice intervento assistenziale, ma un incentivo concreto per favorire la stabilità residenziale, l’occupazione e la crescita economica nelle aree interne dell’isola.

Il contributo sarà erogato in due tranche annuali, previa verifica dei dati Istat relativi alla popolazione residente. Le famiglie che risiedono stabilmente nei comuni interessati o che decidono di trasferirsi potranno beneficiare del sostegno economico.

Per accedere al bonus, i nuclei familiari devono soddisfare determinati requisiti, tra cui: Residenza nei comuni con meno di 5.000 abitanti. Cittadinanza italiana, UE o permesso di soggiorno valido. Presentazione della domanda al comune di residenza.

Un piano più ampio per il rilancio del territorio. Oltre al sostegno economico per le famiglie, la Regione ha previsto interventi per favorire la permanenza degli anziani, con strumenti di domotica e servizi di assistenza. L’obiettivo è creare un ecosistema sociale sostenibile, che garantisca sviluppo e coesione nelle comunità locali.

Secondo gli esperti, il bonus natalità rappresenta un primo passo per contrastare lo spopolamento, ma dovrà essere accompagnato da investimenti in infrastrutture, sanità e istruzione per garantire un futuro stabile ai piccoli comuni.

Questa iniziativa segna un cambiamento significativo nelle politiche demografiche della Sardegna, con la speranza di invertire la tendenza al declino e favorire una ripresa economica e sociale nelle aree più fragili dell’isola.

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