(Riceviamo e volentieri  pubblichiamo). – Merita apprezzamento e condivisione l’iniziativa del Presidente Carlo Medici in difesa del nostro territorio impugnando come Amministrazione Provinciale dinanzi al Tar Lazio il bando di gara pubblicato da Roma Capitale – guarda caso, a ridosso delle feste natalizie (per la precisione il 23 dicembre) -, con cui la Sindaca Raggi ha ritenuto di risolvere il problema della chiusura dei campi rom di Castel Romano, Candoni, la Barbuta etc, trasferendo gli occupanti in aree diverse, al di fuori   della   competenza   territoriale   di   Roma   Capitale,   mediante   l’escamotage   della partecipazione alla gara di strutture associative presenti sul territorio di Latina.

Il   bando   è   palesemente   illegittimo   perché   adottato   unilateralmente   senza   aver coinvolto preventivamente la Provincia di latina, i Comuni, la Regione e senza aver condiviso le relative problematiche con la struttura prefettizia e sanitaria del territorio pontino, stanti gli evidenti profili di sicurezza e sanità pubblica. Una simile iniziativa è partita da un apposito ufficio creato dal Sindaco, l’Ufficio Speciale Rom, Sinti e Caminanti di Roma Capitale, il quale, oltre a rappresentare un costo aggiuntivo per le risorse pubbliche capitoline, ha anche previsto, bontà sua, che a pagare   il   “disagio”   per   servizio   di   accoglienza   svolto   da   tali   strutture,   eventuali aggiudicatarie della gara, siano i cittadini di Roma Capitale. L’intero bando, infatti, costa a Roma Capitale ben 1.785.726,00, mentre il prezzo a base di gara del lotto n. 2 relativo all’area di Latina è di euro 595.242,00. In altri termini, a voi il disagio e a noi il compito di pagarlo.

Così, il fantomatico Ufficio Speciale all’uopo istituito dalla Raggi ha ritenuto di risolvere brillantemente il problema, violando sia la L.R. 82/85 sui Rom, sia le norme a tutela   della   partecipazione   al   procedimento   da   parte   delle   altre   strutture   pubbliche coinvolte (L. 241/90), sia l’art. 107 Tuel che stabilisce la competenza del dirigente ad adottare   atti   relativi   alla   sola   amministrazione   di   appartenenza   senza   possibilità   di sconfinare in aree territoriali diverse. A ciò va aggiunta la violazione della L.R. 11/2016 che prevede la gestione associata tra comuni se il servizio interessa territori diversi. Auspico un intervento forte della Regione e dell’Anac per bloccare simili iniziative che costringono le amministrazioni,  come  ha correttamente fatto il Presidente della Provincia di Latina – con cui mi congratulo per la tempestività del suo intervento -, pur di tutelarsi, ad agire giudiziariamente, per totale assenza di dialogo politico.  Esprimiamo apprezzamento anche per la posizione critica assunta dal Comune di Latina verso un un’iniziativa prevaricatrice dei territori e degli Enti Locali.

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