La lettera inviata da Damiano Coletta al presidente del Consiglio e al governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, per sollecitare “la realizzazione della bretella Latina-Cisterna-Valmontone che consentirebbe in poco meno di mezzora di raggiungere l’A1″

 

“Tagliata fuori dall’autostrada e senza una rete viaria adeguata, Latina ha bisogno di infrastrutture e collegamenti per uscire dall’isolamento: la sua posizione baricentrica tra Roma e Napoli, in un’area ricca di risorse paesaggistiche, enogastronomiche, industriali e agricole, se sostenuta e valorizzata, potrebbe far assumere alla città e al suo hinterland l’identità di un’area metropolitana con funzioni di raccordo tra la capitale e il capoluogo partenopeo per ricominciare ad attrarre gli investimenti e a rilanciare l’economia, ora che sono state avviate le azioni per recidere le trame della criminalità organizzata e ripristinare un clima di legalità”. Carta e penna alla mano e il sindaco del capoluogo pontino, Damiano Coletta, vicepresidente nazionale di Italia in Comune, scrive al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, per sollecitare “la realizzazione della bretella Latina-Cisterna-Valmontone che consentirebbe in poco meno di mezzora di raggiungere l’A1, la messa in sicurezza della Pontina, il completamento della Cittadella giudiziaria e della Casa della Musica, l’acquisizione dell’edificio della Banca d’Italia, la riqualificazione dell’ex mercato annonario, la trasformazione del sentiero della bonifica in una pista ciclabile che colleghi Villa Fogliano con il giardino di Ninfa”.

Coletta che, con oltre il 75 per cento dei consensi, è stato il sindaco più votato d’Italia e che, con il primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, ha dato vita all’Italia in Comune, in rappresentanza di oltre 300 amministratori locali, chiede alla Regione “trasferimenti finanziari destinati ai residenti nell’area della discarica di Borgo Montello per risarcirli del deprezzamento del valore dei loro immobili e per realizzare due impianti per lo smaltimento dei rifiuti”. Secondo Coletta, occorrono “maggiori risorse per rendere efficiente la macchina amministrativa e quella per la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata”.

“In questi tre anni di amministrazione – argomenta Coletta – abbiamo scelto la strada più ardua, non quella del consenso facile e immediato: abbiamo annunciato di voler voltare pagina e lo abbiamo fatto fissando regole valide per tutti, ripristinando il senso per il bene comune, riparando meccanismi inceppati della macchina amministrativa per migliorare i servizi ai cittadini e le condizioni di lavoro degli operatori; ci siamo impegnati per strappare la città dalle mani del cosiddetto sistema Latina che allignava sulla gestione clientelare della cosa pubblica favorendo illegalità e malaffare”

Una delegazione di Italia in Comune, guidata proprio da Coletta, qualche settimana fa, si è incontrata con il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, e con i segretari Marina Sereni e Marco Furfaro, “per misurarsi con la sfida della nuova stagione di governo”. E per chiedere che l’azione dell’esecutivo nazionale riparta dalle realtà territoriali superando la politica dei tagli lineari, “che gravano sulle spalle delle famiglie”. Forte del suo ruolo e guardando alla scadenza del suo mandato (tra un anno e mezzo), Coletta fa la sua parte aprendo le porte della giunta di Latina alle altre forze progressiste. “Con attenzione ai temi sul tappeto e ai compiti che ci aspettano – avverte – più che alle poltrone da occupare”.

“Con le nostre scelte cerchiamo consensi e armonia”, ripete Coletta. “E il confronto con il Pd, il Movimento Cinque stelle e le altre forze politiche, comprese quelle moderate, contrarie però alla linea sovranista, potrebbe comportare anche un rimpasto di giunta”. Finora, grazie ai numeri, il Comune è stato governato dalla sola formazione di Coletta, Latina bene Comune. “Cambiate le condizioni politiche – commenta il sindaco – dobbiamo saper cambiare anche noi, avendo sempre a cuore gli interessi della comunità”.

“Per noi sindaci e per tutti gli amministratori degli Enti locali – scrive Coletta a Conte – il nuovo governo da lei guidato costituisce una speranza; le scelte dei prossimi mesi saranno cruciali per il destino di questo Paese che ha bisogno di un rilancio economico, di nuove garanzie e semplificazioni, di maggiore legalità, di infrastrutture e sostegni”. Quindi fa un excursus dell’esperienza amministrativa nel capoluogo pontino: “Dal 2016 sono sindaco di Latina, seconda città del Lazio, eletto con il sostegno di una lista civica che ha saputo interpretare il richiamo alla legalità come principio cardine per il raggiungimento delle finalità di salvaguardia e sviluppo della città”. Quindi, Coletta sollecita Conte “e il suo governo”: “Latina – spiega – ha quasi 130 mila abitanti ed è uno dei centri più importanti del centro Italia: in questi tre anni di amministrazione abbiamo cercato di recuperare risorse con il taglio degli sprechi e il recupero dell’evasione fiscale per poter programmare investimenti e sviluppo”. “Sappiamo di dover fare il nostro lavoro in maniera indipendente, prima ancora di aspettarci aiuti e sostentamento alle nostre politiche da Regione o Stato”, avverte Coletta.

“Per rafforzare questa nostra consapevolezza – continua Coletta – e per aiutarci nel nostro percorso,, è necessaria una riforma che preveda la piena autonomia fiscale e organizzativa degli Enti locali, così da potere liberare e investire risorse permettendo ai territori che più hanno avvertito la crisi, di poter risalire la china”. “Latina e la sua provincia – ricorda Coletta – dopo una crescita sostenuta negli anno Sessanta e Settantaa, da metà dei Novanta hanno conosciuto prima un arresto poi un arretramento del loro sviluppo con una progressiva deindustrializzazione, la crisi del terziario e dei servizi, un tasso crescente di disoccupazione giovanile, un abbassamento vorticoso della capacità di attrarre investimenti”. “Perciò – auspica – credo sia indispensabile approvare presto un pacchetto di proposte finalizzate alla diminuzione del cuneo fiscale, che agevolino l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e sappiano tutelare i diritti di chi un lavoro ce l’ha”.

“Sulla legalità – scrive ancora Coletta a Conte – abbiamo più volte sollecitato l’intervento dell’ex mInistro dell’Interno senza però ricevere risposta alcuna all’emergenza che questa città è costretta a vivere da tempo”. “La mafia a Latina – argomenta – sta rdicandosi diventando una realtà autoctona, come dimostrano le indagini giudiziarie a partire dall’operazione “Don’t Touch” per finire alla più recente “Alba Pontina””. “Ho denunciato più volte la presenza tentacolare del malaffare dei colletti bianchi, nato sul core business malavitoso di Latina negli ultimi trent’anni, quello legato all’urbanistica con i cambi di destinazione d’uso e l’uso anomalo dello strumento del project financing, forte della capacità della mafia nostrana di infiltrarsi nella macchina amministrativa e governativa”. “Perciò”, ancora Coletta, “sarebbe di grande aiuto se il suo governo portasse all’approvazione del Parlamento un pacchetto di misure straordinarie per accrescere legalità e sicurezza, prevedendo, con il potenziamento delle risorse umane nei corpi di polizia a presidio dei territori urbani, un supporto maggiore ai Comuni per ringiovanire e potenziare le polizie locali a garanzia di una maggiore efficacia delle azioni di prevenzione che solo nei territori si possono ottenere”.

Quindi Coletta getta un fascio di luce sulla scuola: “In quest’ottica potrebbe essere davvero importante un Piano nazionale che, sulle orme del Piano Casa di Fanfani, faciliti la realizzazione di nuovi edifici funzionali ai sistemi didattici inclusivi per accogliere i giovani in dignità e sicurezza”.

Coletta, guardando alla “esperienza del movimento che rappresento e che è riuscito a portare al governo di Latina un’esperienza di cittadinanza attiva, lontana anni luce dalla politica tradizionale”, auspica “l’approvazione del ddl Rodotà sui Beni comuni, con il riconoscimento delle utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali e al libero sviluppo della persona, difendendo risorse collettive come le acque, i parchi, la fauna, i prodotti immateriali e le reti, ma anche i beni sociali come l’istruzione e il lavoro”. Per Coletta, insomma, “i beni comuni vanno tutelati a beneficio delle generazioni future”.

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