Dopo il successo delle escursioni domenicali nell’area fluviale e archeologica di Cellarulo che hanno visto la LIPU collaborare alle Giornate FAI di Primavera, l’associazione lancia un appello al Comune di Benevento.

Nell’ambito delle Giornate FAI di Primavera grande successo delle escursioni che la Sezione LIPU di Benevento ha guidato nella penisola fluviale di Cellarulo, in buona parte compresa nell’Oasi di protezione “Zone Umide Beneventane” che la stessa LIPU gestisce. Numerose persone, tra adulti e bambini, provenienti anche da fuori provincia hanno potuto visitare, in due escursioni, una nella mattinata ed un’altra nel pomeriggio, le bellezze naturalistiche e quelle archeologiche di questo lembo di terra letteralmente abbracciato dai fiumi Calore e Sabato.

La collaborazione tra la Delegazione FAI di Benevento – con la capodelegazione Patrizia Bonelli, il capogruppo del FAI Giovani Ferdinando Ielardi e il supporto per quanto riguarda l’escursione a Cellarulo di Mauro Altieri e Ines Pirozzolo – e la Sezione locale della LIPU ha permesso di riscoprire un luogo bello e interessante da più punti di vista, naturalistico e archeologico, portandolo all’attenzione di appassionati di natura e storia, ma anche di famiglie e singole persone che intendevano passare alcune ore in un posto ameno.

 

Con partenza dal Ponte Leproso i partecipanti alle Giornate FAI di Primavera, guidati dagli attivisti della LIPU sannita Marcello Stefanucci, Antonio Saccone, Carmen Pica, Marialuisa Pica e Chiara M. Vesce, sono giunti alla confluenza del Sabato nel Calore, un luogo mitico e magico che ha affascinato gli escursionisti stando sul cuneo di sabbia e ghiaia che divide i due fiumi prima del loro incrocio. Successivamente, attraversando un canneto formato prima dalla cannuccia di palude poi da canne domestiche grazie ad uno stretto ma comodo sentiero preparato dalla LIPU, il gruppo di escursionisti ha raggiunto il Ponte Fratto, resti di un ponte romano sul quale transitava la Via Latina che da Roma giungeva a Beneventum percorrendo un territorio più interno rispetto alla Via Appia che arrivava a toccare il mare. Infine si è fatto “il percorso dell’alluvione” ideato dalla LIPU per illustrare la forza con la quale il fiume Calore ha invaso l’area del Parco Verde e Archeologico di Cellarulo il 15 ottobre 2015.

I partecipanti, anche quelli giunti da fuori provincia, sono rimasti entusiasti di come possa esistere un’area così naturale a pochi passi dalla città e della storia che racconta questa porzione di territorio posto tra due fiumi a formare una penisola.

La LIPU e il FAI hanno dimostrato che si può valorizzare Cellarulo con pochi interventi mirati, tutti ecocompatibili in modo da impattare il meno possibile sulla naturalità di quest’area. Tale concezione si dovrebbe conciliare con i lavori di ripristino del Parco che il Comune di Benevento ha in programma. Piuttosto che ripristinare l’illuminazione e tutto quello che c’era prima, che tra l’altro rischia seriamente di essere distrutto di nuovo da un’altra alluvione, bisogna pensare ad interventi che seguano i ritmi della natura e quindi che si armonizzino con il contesto ambientale.

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