AL MEETING DI RIMINI SI PARLA DI GIOVANI E DENATALITÀ, DI FAMIGLIA ASSEGNO UNICO

I numeri non lasciano scampo ad una situazione già di per sé drammatica, se non fosse che lo stesso Gian Carlo Blangiardo, già Presidente Istat, Statistico e Professore Ordinario di Demografia, Università Milano Bicocca, al Meeting di Rimini, descrivendo il quadro dell’attuale trend demografico lancia un allarme sonoro e preoccupante: “Dal 2014 si sono persi 1 milione e 561 mila residenti, caduta della popolazione verificata solo in occasione della Prima guerra mondiale; dal 2014, si è registrato ogni anno sempre il record della più bassa natalità; nel 2022 si sono registrate 393mila nascite, sotto soglia 400mila”.

Blangiardo si sofferma su un dato che egli stesso ritiene di particolare interesse, il raffronto particolarmente rilevante tra il 1943, primo trimestre con la guerra, in Italia nacquero 243.191 bambini; di contro nel primo trimestre 2023 sono nati 91.300 bambini. “In una situazione drammatica, c’era comunque un senso di futuro attraverso la natalità che oggi c’è a livello di un terzo”, sottolinea Blangiardo.

Secondo le stime certificate già da tempo dal nostro Istituto di Statistica si calcola un calo di 3 milioni di residenti nei prossimi 20 anni, “soprattutto in corrispondenza della componente produttiva, quella che paga i contributi” ricorda l’ex presidente ISTAT. La popolazione con più di 65 anni aumenterà di 4,7 mln, con 535mila ultra novantenni. Il calo della popolazione residente osserva il prof. Blangiardo, “sarà solo in parte compensato dalla presenza straniera: servirebbero 531.178 immigrati netti ogni anno con evidenti problemi di integrazione”.

L’interesse per l’argomento è dimostrato anche dal lavoro che al Meeting di Rimini i giovani di CL stanno svolgendo nei numerosi seminari che trattano il tema specifico. E allora viene fuori tutta una serie di argomenti di particolare interesse socio-politico: per ogni 100 persone in età 30-34 ce ne sono 444 che vivono nella famiglia di origine; e per ogni 100 già genitori, 279 sono ancora nella condizioni di figli nella famiglia di origine nel 2021.

L’intervento di Adriano Bordignon, Presidente Nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, si concentra sull’altro tema caldo della giornta, quello del valore e il significato della famiglia nel contesto contemporaneo: “c’è la necessità di una grande alleanza, strutturale, per investire sulle famiglie. Servono, grandi passi in avanti, perché rispetto ad altri grandi Paesi europei abbiamo tre spread, che sono anche tre sfide: sono l’occupazione femminile, l’autonomia economica dei giovani, il momento in cui poter progettare di avere figli”.

Giuseppe Zola, Vicepresidente Associazione Nonni 2.0, focalizza la sua attenzione sulle motivazioni culturali del calo delle nascite, sostenendo che “si sta perdendo la coscienza di essere parte di una storia, si sta perdendo la coscienza del legame tra le generazioni. I nonni,  rappresentano i custodi della memoria”, e devono aiutare a fare i conti con la propria storia familiare, in modo da evitando di indebolire il legame tra le generazioni”.

In uno scenario di questo genere Blangiardo indica comunque una strada che, ricorda, “è comunque in salita: è necessario aiutare ad assumere una maggiore responsabilità nelle scelte dei giovani, dosando gli interventi compatibilmente con le risorse. Per provarci, dobbiamo chiamare all’appello tutte le forze che sono necessarie: politica, associazioni, mondo imprenditoriale, tutti, passando dall’informazione all’azione”.

Matteo Rizzolli, Professore di Politica economica, Università Lumsa, parla dell’assegno unico: “va fatto meglio, anche se è una condizione necessaria ma non sufficiente. Serve, dice, radicalità. Partendo dalla proposta di estendere il voto ai minori, perché oggi non paga elettoralmente promuovere misure a sostegno dei giovani e delle famiglie dando una maggiore rappresentanza ai genitori”. La seconda idea è: “collegare le prestazioni pensionistiche alle scelte di fertilità, con misure come opzione donna. Ma, capovolgendo la prospettiva, guardando al futuro, pensando a una logica di diritti acquisendi e non acquisiti ed estendendoli anche agli uomini che decidono di diventare padri”.

Conclude Eugenia Roccella, Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, propone di mettere sul tavolo le idee su cui sta lavorando il governo Meloni: “Siamo quasi sostanzialmente all’anno zero nelle politiche di sostegno alle famiglie, la prima cosa da fare è inserire il problema italiano nel contesto internazionale. L’Italia può guidare un’inversione a U, può diventare leader di un cambiamento di rotta a livello europeo”. E torna anche sulla polemica dello spritz: “Sono stata equivocata, noi vogliamo che le donne possano avere figli e non rinunciare allo spritz. Mettere insieme famiglia, natalità e pari opportunità è un programma di governo e il compito di frenare il calo demografico deve essere trasversale, tutti i provvedimenti devono avere attenzione alla famiglia e ai figli”.

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