Siamo motociclisti, non importa l’età e da quanto tempo non la prendi, siamo tutti diversi ma legati dentro. Legati da una passione così forte, che quando abbassiamo la visiera del casco, entriamo in un mondo migliore.

Perché vai in moto? La solita domanda che ad ognuno di noi almeno una volta è stata fatta. Magari accompagnata dalle solite osservazioni: è pericolosa, prendi freddo, prendi caldo, ti devi bardare dentro tute pesanti e scomode, il casco… Sono certo che ognuno di noi ha una sua risposta a questa domanda (o magari anche no) e che ogni risposta sia diversa l’una dall’altra perché ognuno di noi vive questo mezzo in molteplici modi. Un unico filo conduttore che ci accomuna: la passione. Un fiume di passione, una piena che si chiama libertà che questo mezzo ci dona e che, almeno nelle nostre menti, surclassa ogni limitazione o costrizione.

Forse è la ricerca di evasione che ognuno di noi desidera a portarci la prima volta in sella. Ma basta davvero poco per ritrovarci in un mondo in cui non ci saremmo mai aspettati di trovarci e che solo chi ha provato ad andare in moto può capire ed amare, mentre per il resto delle persone restano concetti di difficile interpretazione.

Personalmente amo andare in moto perché è il modo migliore che conosco per liberare la mente, perché quando indosso il casco e abbasso la visiera è come se entrassi in un altro mondo dove i pensieri ed i problemi piccoli e grandi di tutti i giorni non possono entrare. Un amico anni fa mi disse che il mondo da dentro il casco è più bello, più profumato e con colori più intensi. Lì per lì non capii le sue parole, ma con il tempo e diventato tutto più chiaro trovandomi a vivere io stesso quelle emozioni di cui mi parlava.

Raggiungere un passo montano, fermarsi nel punto più alto e ritrovarsi ad ammirare il panorama nel più totale silenzio rotto solo dal ticchettio dello scarico caldo o su un lungomare con l’unico accompagnamento del fruscio delle onde in lontananza o ancora, farsi cullare dolcemente dalle curve di un tracciato collinare. Insomma, tutto sembra davvero più bello, più buono. Anche un semplice panino col salame mangiato a bordo strada diventa una bontà. Che si viva questa passione in solitudine o in gruppo saranno momenti unici di vita, ma quando il gruppo è quello giusto, la data di quel giorno si sottolinea automaticamente nel tuo personale calendario e “Motociclisti liberi Latina” è il mio gruppo. Non è un Club di quelli classici, niente iscrizioni, nessuno stemma, nessun impegno. Persone così normali da essere assolutamente “speciali”. Pochissimi interessi comuni se non la moto, uscire magari senza neanche un itinerario preciso e definito, solo la voglia di stare insieme e sorridere, sorridere anche in questo periodo che di sorrisi ne regala veramente pochi.

È una visione eccessivamente romantica delle due ruote? Forse. Ritengo che nel momento in cui si indossa un casco si entra a far parte di una famiglia legata da una forte fratellanza. Seppur all’apparenza soli, in strada ci sarà sempre un fratello biker pronto a fermarsi per soccorrerci nel caso ce ne sia la necessità. E in un mondo egoista ed individualistico come quello in cui viviamo, rende ancora più speciale questa passione.

Faceva freddo domenica scorsa, per questo non eravamo tanti. Forse la foto non è bellissima … ma eravamo felici.

 

Spero che il prossimo weekend non piova.

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