di Dante Cicchini

 

Giovanni Miele, sottufficiale dei Carabinieri in pensione, ha pubblicato un importante volume dal titolo “Non fu di Celestino V il gran rifiuto”, con sottotitolo “San Pietro del Morrone confessore nato a Macchia d’ Isernia”.

Il lavoro del Miele è interessante perché, partendo dal libro di Enrico Del Signore “Non fu di Celestino il gran rifiuto”(1984), dimostra – dopo approfonditi studi, con validi argomenti e doviziosa documentazione – che l’ignoto personaggio dantesco che “fece per viltà il gran rifiuto” non può essere nel modo più assoluto il papa Celestino V, bensì il cardinale Matteo Russo Orsini. Costui infatti “RIFIUTO'”- come indicato al primo scrutinio – l’elezione a pontefice nel conclave di Napoli del 23 dicembre 1294 (cioè 10 giorni dopo la rinuncia di Celestino), e consentì in tal modo la successiva elezione del cardinale Caetani, l’oscuro Bonifacio VIII. Tutto ciò è mostrato e documentato dal Miele con grande puntualità. Decisiva, in tal senso, la dissonanza posta in evidenza dall’ autore tra le parole “rinuncia” (propria di Celestino V) e “rifiuto” (propria del cardinale Orsini). Se Celestino ha rinunciato ad essere papa, lasciando una testimonianza che non smette di interrogarci, Orsini ha invece rifiutato di diventarlo. Non poté dunque essere di Celestino V il “gran rifiuto”.

Altra importante tesi argomentata dal volume è la nascita di Celestino V nel territorio di Macchia d’Isernia, in contrada Sant’Angelo. Si è sempre stati incerti sul luogo di nascita di Celestino e vi sono svariate ipotesi che studiosi di ogni tempo hanno avanzato. Il Miele sembra invece sostenere con certezza l’ipotesi di Macchia, che continuerà certamente ad alimentare numerose discussioni tra i cultori di storia patria.

Per concludere, occorre doverosamente dire che il lavoro di ricerca appassionata, e le documentate lettere e testi offertici dallo scrittore, fuga le supposizioni e i pareri contrastanti avvicinandoci a un’immagine cristallina della verità.

Un sentito ringraziamento da parte mia, dell’Amministrazione Comunale di Macchia d’Isernia e di tutti i omacchiaroli va a Giovanni Miele per lo studio certosino in nome e per conto della verità storica.

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