Cresce la produzione di pecorino romano, aumenta l’export nei Paesi europei e in Canada, mentre cala negli Stati Uniti.

Il prezzo si attesta fra 7,30 e 7,55 euro al chilo. E’ la fotografia della campagna casearia 2019/2020 che fa registrare, a sorpresa, una tendenza di crescita anche in Cina. “Sono risultati molto positivi”, dice il presidente uscente del Consorzio, Salvatore Palitta. “Siamo riusciti a contenere le produzioni e tenere in equilibrio la crescita nonostante il latte destinato ai prodotti freschi da tavola durante il lockdown sia stato dirottato interamente sul Pecorino Romano”. Palitta sottolinea che i “consumi domestici e familiari hanno compensato abbondantemente i consumi della ristorazione: stiamo avviando un progetto di vigilanza sulla ristorazione insieme a Parmigiano Reggiano e Gorgonzola proprio per incentivare e favorire sempre più la presenza della Dop in ristoranti e pizzerie.

Nell’ultima campagna casearia, sono stati conferiti ai caseifici inseriti nel sistema di controllo del Pecorino Romano 254 milioni di litri di latte (+12% rispetto allo scorso anno). Per la produzione di Pecorino Romano ne sono stati utilizzati 180 milioni, cioe’ il 15% in piu’ rispetto allo scorso anno, per un totale di 309mila quintali di formaggio prodotto. vengono gioudicati “ottimi” i risultati dell’export sia verso i Paesi Ue, dove l’Istat nel periodo Gennaio-Giugno segna un +9% (30mila quintali) sia verso il Canada, dove fra gennaio e giugno di quest’anno si registra un +16% (2mila quintali). I dati del Dipartimento per il Commercio estero americano ci segnalano che l’export verso gli USA nel periodo Gennaio-Luglio segna invece un -28% (60mila quintali). “Il dato statunitense e’ dovuto in buona parte al fatto che il valore è cresciuto di un dollaro al chilo, elemento determinante in un mercato estremamente sensibile ai prezzi, soprattutto in alcuni segmenti. Ma e’ un dato che non ci preoccupa, perché in questo modo diminuisce la dipendenza quasi totalitaria da quel mercato e dal suo andamento, basti pensare che prima l’export verso gli USA si attestava a oltre il 70% e ora siamo fra il 40% e il 50%.

Da sottolineare il trend di crescita in Cina, che è la novità assoluta e un po’ la sorpresa di questa campagna. “Questo e’ un dato estremamente interessante, non tanto per le quantità attuali – siamo sui 125 quintali – quanto per quello che significa, perché ci consegna un segnale molto incoraggiante (+147%), di un mercato dalle notevoli potenzialità, che dimostra apertura e disponibilità. Un mercato ancora inesplorato, dove il Pecorino Romano può trovare grande spazio”, conclude Palitta.

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