Molto è stato narrato e molto inchiostro verrà ancora consumato per raccontare le ex paludi pontine le quali, in seguito ad interventi di bonifica, col passare del tempo, hanno favorito il formarsi di una fauna, una flora ed una vegetazione straordinariamente ricca. Il suo cambiamento, radicale e profondo non è un fatto nuovo. Le opere di bonifica hanno stravolto la palude per dare spazio ad una pianura abitata, con città di nuova fondazione e borghi dalle atmosfere uniche e dalle viste magnifiche sull’agro pontino. 

E’ naturale che la civiltà progredendo con passo lento ma continuo, in ogni parte del mondo, trasforma senza pietà l’ambiente ed oggi più che mai, la sua trasformazione avviene a ritmi senza precedenti.E’ altresì naturale che le opere di bonifica abbiano determinato trasformazioni sull’intero complesso dei vegetali viventi nel territorio stesso.E’ qui che l’umidità del suolo, l’inverno con le miti temperature, la lussureggiante vegetazione, abbiano favorito un habitat ottimale per l’avifauna, gran parte di esso distrutto durante la bonifica. Ricchissima di acqua, in inverno in gran parte acquitrinosa, la pianura pontina. Lungo il mare una serie di lagune qua e là comunicanti con il mare stesso, ha certamente favorito l’insediamento di una densa popolazione urbana. Questo quadro imperfettamente redatto mi porta a pensare a come l’uomo, nella sua fortuna debba preservare a tutti costi la realtà descritta. Per sé, per i suoi figli e per i figli degli altri seppur, nel suo aspetto triste della sua trasformazione da una natura libera in tutte le sue manifestazioni, ha preso posto una natura che asseconda l’uomo. Molte delle specie di animali e mammiferi, privati dalla boscaglia che forniva loro impenetrabili e sicuri nascondigli, sono scomparsi o numericamente diminuiti ed hanno lasciato spazio, nella notte dei tempi, a specie innocue che non possono recare danni all’uomo o ai prodotti delle colture.  I laghi costieri con la meravigliosa duna che li separa dal mare, per la mutata fisionomia dei luoghi ed in seguito al cambiamento notevole all’interno di una regione che cambiava tutta ad un tratto in tutte le sue caratteristiche e che hanno determinato un’innegabile influenza sull’ambiente biologico erano, negli anni passati, diventati inospitali a quei grandi branchi di oche e anatre, ai grossi trampolieri di palude che hanno finito con il mutare strada. Molte specie invece, sono ritornate a popolare nuovamente le pianure pontine, molte di loro che per ragioni non ben spiegate anziché sfuggirla, cercano la vicinanza dell’uomo e molte altre trovano riparo nella vegetazione dell’immensa pianura, sulle sponde del Lago di Fogliano che non è pari a nessuno in termini di bellezza e che ricordo in questi brevi scritti in quanto molto amato da me. Il lago che più di tutti offre al visitatore la sua natura incontaminata dove immergersi in piacevoli letture seduti sulle sue rive, sulle sue panchine panoramiche vista Lago per meditare a come ridurre il proprio impatto ambientale su ciò che ci resta.

PH. Emilia C. G.

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