ESTATE, SCUOLE CHIUSE E ‘PROBLEMA’ BAMBINI. È UNO SCENARIO CHE LA MAGGIOR PARTE DEI GENITORI CHE LAVORANO VIVONO OGNI ANNO.

Considerando che in Italia il periodo di chiusura delle scuole è di circa 12 settimane – rispetto alle 6/8 settimane in Germania, Francia o Regno Unito – e immaginando che una coppia genitoriale, andando in ferie anche parzialmente sfalsate, riesca a coprire soltanto una parte di questo tempo, urgono alternative da cercare tra nonni, baby sitter e centri estivi, questi ultimi molto gettonati anche come occasione di socialità e vita all’aria aperta per ragazzi e bambini.

Scuole aperte d’estate

Scuole aperte anche in estate è la proposta che arriva dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per “soddisfare due esigenze importanti: una riguarda i ragazzi e un’altra le famiglie. Per i ragazzi, all’interno del percorso di personalizzazione della formazione, introdotto con la riforma del tutorato, per consentire a chi ha difficoltà di recuperare. Inoltre, all’interno della Agenda Sud per potenziare la formazione combattendo la dispersione scolastica. La seconda vuole essere un aiuto alle famiglie che, in un periodo in cui le scuole sono chiuse, sono costrette a spendere moltissimi soldi per i centri estivi. Noi vogliamo poter offrire un’alternativa, un supporto, un aiuto concreto”.

“Saranno impiegati – spiega – i fondi del Pnrr a disposizione del Ministero contro la dispersione scolastica e i fondi Pon. In questo contesto già per questa estate abbiamo potenziato un’iniziativa che era partita lo scorso anno con il precedente governo e quindi delle 2800 scuole previste per quest’anno, ne sono state aggiunte altre 768 con i fondi per la lotta alla dispersione scolastica. Dunque, oltre 3500 scuole a disposizione di ragazzi e famiglie per singoli progetti. Per la prossima estate si aggiungerà la formazione extracurricolare all’interno del tutorato e dell’Agenda Sud. Accanto a questa aumenteremo significativamente e arricchiremo con nuove idee l’offerta a favore delle famiglie, che oggi coinvolge 60.000 studenti, anche recuperando ulteriori risorse. Si tratterà di un vero e proprio piano per la scuola estiva con una proposta finalmente strutturata, più ampia rispetto ad oggi e plurale”.

L’offerta è rivolta a studenti “dalla scuola primaria fino alle scuole superiori. Ovviamente su base volontaria” afferma il ministro spiegando che “tutto ciò che lo Stato mette in campo a sostegno delle famiglie non può che rappresentare un elemento determinante nell’aiutare giovani coppie a sentirsi maggiormente garantite e meno preoccupate nel mettere al mondo figli. È anche un contributo a favore delle donne lavoratrici”.

La proposta di Valditara vuole riconfermare la vicinanza alle famiglie del Governo Meloni. Il Consiglio dei ministri ha, infatti, “rifinanziato e incrementato di due milioni di euro i fondi per i centri estivi, destinando 60 milioni ai Comuni per mettere a disposizione delle famiglie questo importante strumento”. Per la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella “c’era molta attesa da parte delle amministrazioni comunali e delle famiglie per una misura fondamentale per la socialità dei ragazzi e di grande aiuto per i genitori nel periodo di chiusura delle scuole. Un segnale importante di concreta vicinanza alle famiglie – per la ministra – e di attenzione alla socializzazione dei ragazzi dopo anni di privazione di rapporti umani”.

Quanto costa un centro estivo?

In attesa di partire per le vacanze molte famiglie devono, intanto, sostenere i costi per i centri estivi, spesso troppo alti. I centri estivi convenzionati possono offrire prezzi calmierati grazie ai fondi stanziati dai Comuni per le famiglie che riescono ad accedere ai bandi pubblici. Per le altre?

Adoc ed Eures hanno realizzato un’indagine sui costi medi dei centri estivi, con un focus su 5 città: Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari. E dalla ricerca emerge che il costo medio in Italia per mandare i propri figli in un centro estivo privato è pari a 140,50 euro per una settimana ad orario pieno, mentre il prezzo scende a 95,80 euro per mezza giornata.

Milano è la più cara

La ricerca evidenzia come, considerando un costo medio settimanale di un centro estivo convenzionato pari a 50 euro, una famiglia con due bambini si troverebbe a sostenere una spesa di 782 euro per 8 settimane: 400 euro per il primo figlio e 382 euro per il secondo, applicando il medesimo sconto del 4,5% dei centri privati e di 490 euro per 5 settimane.

Dallo studio di Adoc ed Eures al Nord il costo medio per una settimana in un centro estivo privato a tempo pieno è di 159 euro, al Centro scende a 123 euro, mentre al Sud si riduce ulteriormente a 105 euro; per mezza giornata i costi sono rispettivamente di 114 euro al Nord, 87 euro al Centro e 69 euro nel Mezzogiorno.

Milano è la città più cara: il costo medio dei centri estivi privati si attestano a 207,07 euro a settimana per il tempo pieno e 163,10 euro per l’orario ridotto. Inferiore il costo medio di un centro estivo a Bologna, che scende a 109,60 euro settimanali per l’orario pieno e a 86,50 euro per l’orario ridotto. A Roma il costo medio settimanale di un centro estivo privato con un orario pieno risulta pari a 123,10 euro, mentre scende a 87,50 euro per l’orario ridotto.

Nei centri estivi nel Mezzogiorno il costo è più contenuto, ma l’offerta è più carente. A Napoli il costo medio per un centro estivo con orario pieno è pari a 105,30 euro a settimana, mentre il costo scende a 76 euro per l’orario ridotto. A Bari, infine, il costo per i centri estivi con orario pieno è di 100 euro a settimana, mentre è di 65,40 euro per quelli che prevedono anche l’orario ridotto.

Come scegliere un centro estivo

Indipendentemente dai costi quali sono i criteri con i quali scegliere le strutture? Per il pediatra Italo Farnetani, ordinario di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta, “serve optare per quelli con spazi all’aria aperta, evitando strutture che si limitano a far disegnare o a proporre a bambini e adolescenti la caccia al tesoro dentro nelle stanze. Per il resto i genitori possono scegliere quelli più comodi sia economicamente sia topograficamente, quelli più vicini a casa vanno benissimo”.

Anche per la durata non c’è una migliore o peggiore alternativa “va bene se si sceglie in base alle esigenze della famiglia. Se un genitore è libero il pomeriggio per portare fuori il figlio meglio, se non lo è anche il tempo pieno va bene”. Perfetti i centri estivi che propongono sport: “più attività sportiva si fa meglio è. I requisiti più importanti di un centro estivo sono proprio la possibilità di stare all’aria aperta e di fare sport. Importante, soprattutto con il caldo, che dopo l’attività sportiva si possa fare la doccia e che si faccia attenzione a che i ragazzi bevano ogni 20 minuti”.

(Fonte: ADNKRONOS)

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