Una grande riscoperta tutta italiana che grazie al serio impegno di produttori e associazioni ha letteralmente conquistato il mondo. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOCG è praticamente inarrestabile nella sua ascesa straordinaria.
Con tutta probabilità è il più famoso e storicamente conosciuto vitigno delle marche. Le colline che fiancheggiano il fiume Esimo, interamente ricoperte di Verdicchio, rappresentano lo scrigno nel quale ricercare le origini della coltura della vite. Originario di queste terre, il Verdicchio è successivamente emigrato nel Veneto, in Toscana e in Campania, ma è al centro di questa storica zona che offre il meglio di sé. Non è un caso che il nome del vitigno
corrisponda all’omonima città: sulle rovine dell’antica Aesis, colonia romana, sorge la stupenda città di Jesi circondata dai suoi castelli ricchi di storia e di cultura. Dagli antichi Romani la fama del Verdicchio giunse alle popolazioni provenienti dai paesi d’oltralpe, responsabili del crollo dell’Impero Romano e più comunemente identificati come “Barbari”. Il famoso re dei Visigoti, Alarico, nel 410 d. C. attraversando le Marche per giungere ed assediare Roma, rimase così estasiato dal Verdicchio che fece caricare ben quaranta muli con barili ricolmi di quel prezioso nettare. Le citazioni storiche e poetiche in merito al Verdicchio si perdono nella notte dei tempi: Piero Aretino, famoso poeta toscano denigratore di qualsiasi cosa e persona, nel Cinquecento esaltò con parole soavi le virtù dietetiche e gustative del prodotto. Il Verdicchio ha oramai conquistato un prestigio internazionale di indubbio valore organolettico e gustolfattivo. Il nome del vitigno si riferisce chiaramente al colore dell’acino che anche al termine della naturale maturazione non perde mai completamente quel suo colore tipicamente tendente al verdognolo. Il grappolo è di media grandezza, di forma ben serrata, conica e a volte alata. L’acino, anch’esso di media grandezza, di forma rotonda è caratterizzato da un colore verde-giallastro, consistente e punteggiato.
Riguardo la sensibilità alle malattie, sia le foglie sia i grappoli sono facilmente attaccabili dalla peronospera e in particolare dall’oidio, due terribili malattie dell’uva ben conosciute dai viticoltori. Un vitigno che predilige le forme di allevamento non molto espanse con rese per ettaro anche inferiori a quelle del disciplinare, potature piuttosto corte e nelle forme tradizionali. Il periodo di germogliamento del vitigno, piuttosto vigoroso, è abbastanza tardivo e varia da fine aprile ai primi di maggio, mentre l’epoca di maturazione del grappolo non avviene prima della fine di settembre, talvolta anche ai primi di ottobre. Senza dubbio il Verdicchio dei Castelli di Jesi fa parte di una ristretta gamma di vini bianchi che permettono una vasta varietà di abbinamenti armonici, soprattutto in presenza di piatti tipici della cucina mediterranea: carni bianche, bolliti, funghi, tartufi, verdure pastellate, piatti più o meno elaborati; senza dimenticare naturalmente l’abbinamento per eccellenza con il pesce, crostacei e molluschi che trovano nel Verdicchio la massima esaltazione dei sapori.
CASALFARNETO: IL FRUTTO DI UNA GEOGRAFIA AUTENTICA. IL VERDICCHIO E LA VALLESINA.
Appennini, colline e infine costa adriatica, paesaggi infinitamente diversi si congiungono con linearità creando lo spazio esclusivo delle Marche. Questa regione si contraddistingue per la varietà dei luoghi da visitare, ma anche per le tipicità enogastronomiche e il patrimonio culturale, caratteristiche che concorrono a riconoscerla come una delle regioni italiane con il più alto tasso di qualità della vita. La cantina CasalFarneto si inserisce nella zona centrale delle Marche, nelle colline della provincia di Ancona al confine tra due valli importanti; la Valmisa e la Vallesina. Quest’ultima, nota per i piccoli borghi storici che circondano la cittadina di Jesi, è la zona d’eccellenza del Verdicchio, di questo straordinario e talentuoso vino bianco autoctono delle Marche. Un paesaggio costellato da vigneti ininterrotti che in tutte le stagioni disegnano i profili dei colli, tratto
distintivo di una terra dai mille colori e colma di tradizioni. Nelle campagne del piccolo castello di Serra de’ Conti, a 320 metri sul livello del mare, si trova la struttura della cantina CasalFarneto, nata da tre casali e successivamente trasformata in un piccolo gioiello di architettura inserita nel verde. Il territorio dell’azienda agricola, situato nella zona più antica e storica del Verdicchio Classico, comprende 60 ettari di cui 28 riservati proprio al vino bianco dei Castelli di Jesi per eccellenza: il Verdicchio.
CRISIO. CASTELLI DI JESI VERDICCHIO RISERVA DOCG CLASSICO. BIANCO.
Crisio viene prodotto dai vigneti che si trovano nella zona di Serra de’ Conti, adiacenti all’azienda vinicola, su un terreno di medio impasto tendente al sabbioso con esposizione sud-ovest. Una sua particolarità è che la vendemmia avviene in tre momenti diversi della stessa annata, la fermentazione della prima vendemmia avviene in piccole botti di legno e le altre due in acciaio. La fase dell’affinamento avviene per oltre un anno in acciaio, poi in bottiglia per almeno un altro anno. Crisio è un Verdicchio “Riserva” molto longevo, da stappare anche dopo 8-10 anni di vita. Un vino armonico, che torna alle origini grazie al processo di separazione descritto che conduce ad un risultato decisamente eccellente. Paglierino luminoso, al naso ci
avvolge un intenso cespuglio di fiori di acacia e di lavanda. Al palato l’equilibrio è assicurato dal buon rapporto tra morbidezza e freschezza. Al retrogusto l’esaltazione di mandorla e di biscotti burrosi ci ricorda i sapori delle colazioni “rurali” d’altri tempi fatte sull’aia . Si abbina perfettamente con qualsiasi piatto importante di frutti di mare e molluschi, come crostacei e crudità,
ma è ottimo anche per i primi piatti con erbe aromatiche, funghi e tartufi, o con formaggi semistagionati.
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