TRA I GIOVANI STUDENTI DELLE SCUOLE DEI GESUITI IN EUROPA LA COSCIENZA ECOLOGICA È SEMPRE PIÙ FORTE, VOGLIONO FARE LA LORO PARTE PER MIGLIORARE I LUOGHI DOVE VIVONO, MA SONO PREOCCUPATI PER IL FUTURO.

Ambrogio Bongiovanni, presidente della Fondazione Magis: «È necessario compiere una costante azione educativa verso le nuove generazioni per farle diventare sempre più protagoniste dei cambiamenti sia negli stili di vita sia nei modelli di sviluppo e produzione, in quanto esse rappresentano il futuro».

La tutela dell’ambiente è una questione di primaria importanza per la protezione del pianeta. Il cambiamento climatico rappresenta la minaccia più rilevante, non sono da meno l’inquinamento atmosferico e l’aumento della produzione di rifiuti. Questo, in sintesi, è quanto emerso da un questionario sulla crisi climatica lanciato dalla Fondazione Magis (Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti) e dalla Rete Xavier (composta dalle realtà dei gesuiti che si occupano di cooperazione internazionale per lo sviluppo) presso gli studenti dei collegi gesuitici europei. I paesi coinvolti sono stati: Italia, Spagna, Regno Unito, Austria, Malta, Albania. Il sondaggio è stato avviato lo scorso primo aprile e si è concluso il 31 maggio di quest’anno. L’iniziativa è stata promossa in vista dell’incontro Youth For Climate che si svolge a Milano dal 28 al 30 settembre. Il questionario aveva l’obiettivo di raccogliere le opinioni di una fascia di età – quella tra i 14 e i 18 anni – che non viene normalmente interpellata in questo tipo di rilevazioni. Le risposte arrivate sono state circa 2mila.

Nei teenagers interpellati, da un lato sta maturando una forte coscienza ecologica e dall’altro non nascondono le preoccupazioni rispetto al futuro del pianeta. Si stanno impegnando per dare il loro contributo alla protezione dell’ambiente, ma non hanno ancora le idee chiare su come agire; uno su quattro dice di non aver adottato, fino ad ora, nessuna azione per contribuire alla tutela ambientale.

«È fuor di dubbio che la rilevazione ha messo in luce la presenza di una grande attenzione per l’ambiente, ma anche la necessità di compiere un’azione educativa verso le nuove generazioni per farle diventare sempre più protagoniste dei cambiamenti negli stili di vita, in quanto esse rappresentano il nostro futuro», spiega Ambrogio Bongiovanni, presidente della Fondazione Magis. «Per questo la Fondazione Magis ha deciso di lanciare al più presto la fase due, che sarà indirizzata all’azione e alla sensibilizzazione», prosegue Bongiovanni. Nella seconda fase gli alunni dei collegi gesuitici seguiranno una formazione volta a cercare di individuare soluzioni creative e innovative per aumentare la sensibilità ambientale. Le idee saranno poi sottoposte a un gruppo di esperti, che selezionerà le migliori. Queste verranno poi realizzate con il supporto di aziende, scelte tra le più attente all’ambiente nel panorama italiano ed europeo.

Sulla scia delle manifestazioni dei Fridays For Future lanciate dall’attivista svedese Greta Thumberg, gli alunni dei collegi gesuitici europei considerano la tutela dell’ambiente una questione fondamentale: ben il 96% degli interpellati la ritiene “molto importante o importante”. Tra le minacce all’ambiente, le risposte al questionario hanno messo al primo posto il cambiamento climatico come quella più rilevante (38% degli intervistati), seguono l’inquinamento atmosferico (25%) e l’aumento della produzione dei rifiuti (19%). Inoltre, il 51% degli intervistati ritiene che la qualità dell’aria nel posto in cui vive sia peggiorata.

Le soluzioni che i ragazzi e le ragazze propongono per ridurre le emissioni di sostanze inquinanti si concentrano sulla necessità di fare interventi nel settore industriale (64%); nei trasporti (47%) e nella produzione di energia elettrica (28%). In questo caso gli studenti potevano scegliere due opzioni di risposta.

Sul fronte di chi debba predisporre un’azione per proteggere l’ambiente, i giovani intervistati ritengono che la risposta debba essere globale poiché il problema è globale (42%); poi, raccomandano l’intervento degli stati per ridurre le emissioni (25%). Interessante è notare che il 24% degli intervistati ritiene che il principale motore di cambiamento sia l’azione dei singoli cittadini. Infatti, alla domanda se i singoli individui possano svolgere un ruolo nel tutelare l’ambiente dei luoghi in cui vivono, il 90% dei ragazzi se ne è dichiarato convinto.

Secondo gli studenti, tra le azioni che i cittadini possono intraprendere individualmente per migliorare l’ambiente vi sono: la riduzione dei consumi energetici (72%), l’uso dei mezzi pubblici (58%) e il cambiamento delle abitudini alimentari con la riduzione del consumo di carne (25%).

Dal canto loro il 59% dei giovanissimi intervistati si impegna a fare una buona raccolta differenziata, il 28% ha abolito la plastica mono-uso e il 27% si adopera per ridurre i consumi energetici. Anche in questo caso si potevano scegliere due opzioni nella risposta.

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