La Calabria ha un’antica tradizione sia per la gastronomia sia per i vini che sono principalmente rossi. Il più diffuso è il Cirò Rosso. Era già molto apprezzato ai tempi dei Greci antichi, che lo offrivano in dono agli atleti che partecipavano alle Olimpiadi.

Il Cirò viene realizzato con a base il vitigno Gaglioppo. Viene prodotta anche una quantità limitata di Cirò Bianco e Rosato. Il bianco deve contenere almeno l’80% di Greco Bianco. Eventuali altre varietà bianche ammesse in Calabria che compongono l’equilibrio. Il Rosato ha le stesse regole di blend del Rosso.

Le uve di altissima qualità provengono da vigneti con il metodo di allevamento della vite ad alberello basso. Le uve vengono raccolte a mano per via della loro forma cespugliosa. Anche se oggi molti vigneti moderni hanno abbandonato questo processo tradizionale, accettando definitivamente il sistema di allevamento a spalliera, più facile nella raccolta e nella lavorazione.

La stretta vicinanza del Mar Mediterraneo risulta di estrema importante per il terroir particolare del luogo, poiché la vicinanza del mare aiuta a moderare il caldo intenso dell’estate. Il raffreddamento e il riscaldamento del terreno nel corso di una giornata estiva provocano brezze mattutine e pomeridiane. Ciò riduce il rischio di malattie fungine della vite e migliora ulteriormente l’idoneità del clima per una viticoltura di qualità.

Il Cirò Rosso è un vino dal colore rosso rubino intenso con riflessi arancio, più spiccati se ha subito un periodo di invecchiamento in botte; un profumo intenso che ricorda i frutti di bosco e la confettura, con note di liquirizia. Al palato il gusto è pieno ed equilibrato, cioè nessun sapore sovrasta troppo sugli altri, e si abbina molto bene con le carni rosse.

Un vino che potremo trovare anche nella versione rosato e bianco. Tra i rossi va ricordato anche il Melissa (anche in versione bianco), un vino dai natali antichissimi dal gusto decisamente intenso ma molto particolare. È inoltre interessante assaggiare il Donnici, che troveremo nella versione rosso, bianco e rosato. È un vino profumato e piacevole, anche se piuttosto difficile da trovare al di fuori della regione.

In Calabria è inoltre facile trovare uno dei vini italiani più rari e  pregiati: il Greco di Bianco. Prodotto con almeno il 95% dell’uva che gli dà il nome, appassita al sole, ha un colore simile a quello dell’oro, un profumo ricco che ricorda la confettura di albicocca, il miele, l’arancia e un gusto pieno che rimane in bocca molto a lungo cioè, si caratterizza per una spiccata e duratura persistenza.

Per quanto riguarda i formaggi, il più noto è il Caciocavallo Silano DOP, che prende il nome dall’Altopiano della Sila. Fatto con latte di mucca, ha un sapore dolce e delicato quando è poco stagionato, fino a due mesi, e prende un gusto più intenso con il tempo fino a diventare piccante dopo i quattro mesi. L’intera regione si distingue anche per i suoi ottimi pecorini, tra cui da provare è certamente quello del Crotonese, e la ricotta affumicata o ricotta tosta, un formaggio duro e dal sapore particolare usato soprattutto da grattugiare sui primi piatti.

Una curiosità. Nell’antica Sibari, il commercio del vino era estremamente importante. Gli storici dell’epoca riportano che era persino stata costruita una rete di tubi d’argilla che faceva scorrere il vino dalle colline direttamente al porto, evitando la necessità di trasportarlo con i mezzi tradizionali.

 

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