“In Italia ci sono oltre 3 milioni di lavoratrici e di lavoratori che hanno salari orari che per contratto sono inferiori ai 9 euro lordi. E’ necessario provvedere al più presto a restituire dignità retributiva a queste persone, è una questione di dignità ed anche di economia. Riteniamo infatti che istituire una legge sul salario minimo porterà effetti positivi sull’economia generale del paese, tradotto, più potere d’acquisto per i lavoratori, più consumi e meno diseguaglianze”.

E’ quanto afferma il presidente nazionale di sindacato CLAS, Davide Favero, che interviene nel dibattito aperto su questo importante tema.

Con il salario minimo, circa il 21% dei dipendenti del settore privato potrebbero beneficiare di un aumento salariale medio di 1.073 euro annui e sono: le guardie giurate, addette/i alla pulizie, addette/i mensa, camerieri, cuochi e pizzaioli, saldatori e gruisti, centralinisti, giardinieri, autisti, addette/i al controllo delle vendite e magazzinieri, personale domestico e colf, operai agricoli. Questi sono alcuni degli oltre 3 milioni di lavoratori che sono inquadrati nei livelli più bassi dei contratti collettivi nazionali, in vigore per i settori di riferimento e stipulati dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, che avendo paghe orarie lorde inferiori a 9 euro potrebbero beneficiare dell’aumento previsto dal ddl sul salario minimo. In pratica, in quasi tutti i principali contratti collettivi nazionali ci sono livelli contrattuali con retribuzioni orarie inferiori a 9 euro.

Per il Presidente di Sindacato CLAS, Davide Favero, “l’istituzione per legge del salario minimo è un tema centrale, che ad oggi purtroppo vede l’Italia indietro rispetto al resto d’Europa a discapito di milioni di lavoratori e dell’economia nazionale. La nostra proposta di legge che da diversi anni abbiamo presentato ai ministri del lavoro dei vari governi, per ridare dignità ai lavoratori di tutta Italia, prevede che nessun lavoratore potrà guadagnare meno di una soglia prestabilita, proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa, assicurare a tutti i lavoratori una retribuzione minima garantita, periodi di lavoro e di riposo, durata minima del periodo feriale, sicurezza e protezione della salute sul luogo di lavoro, tutela di gestanti e bambini, parità di trattamento tra uomo e donna”.

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