La storia del Latte della Vergine Maria si lega a miti e leggende, secondo le quali esisterebbero ancora delle ampolle contenente latte materno: lo stesso con cui venne cresciuto Gesù. Nel Medioevo il culto per questa reliquia attecchì moltissimo, perché sembra fosse capace di operare miracoli: soprattutto poteva far tornare il latte alle puerpere che erano rimaste senza o farlo venire a quelle donne che non ne avevano, essendo anche molto efficace contro la sterilità. Moltissimi sono i luoghi dove vengono, o venivano custodite queste sante ampolle, una settantina circa, la maggioranza delle quali si trovano in Italia, Francia e Spagna. La credenza che la sostanza contenuta nelle diverse ampolle fosse davvero quello della Vergine non solo destò le critiche di Calvino, ma anche di Fra Bernardino da Siena. A Nocera Superiore (SA), nel convento della Basilica Santuario di Santa Maria Materdomini  si conserva un’ampolla di 3 kg in argento con smeraldi e reliquie di santi incastonati ai lati, in cui è custodita una polverina bianca che, se viene agitata, diventa una specie di liquido bianco chiamato “Latte della Madonna”. In alcuni casi per guarire da una malattia “veniva messo in un contenitore un po’ di questo liquido con dell’acqua e veniva fatto bere a chi serviva la grazia e questa persona guariva all’istante”. Da circa un secolo l’ampolla non è più esposta alla pubblica venerazione a seguito delle disposizioni vescovili. La sacra effigie a Materdomini, la Madonna bruna e “la reliquia del Latte”, entrambe per la tradizione hanno protetto nei secoli la Campania felix. Le cronache locali, ad esempio, narrano che l’eruzione del 1707 fu fermata dal “latte” portato in processione.
La Basilica Santuario di Santa Maria Materdomini nei secoli passati è stata visitata da molti personaggi della storia: Enrico IV (il quale fu guarito dalla lebbra), Papa Niccolò II (il quale consacrò il Santuario allora solo una semplice cappella), Ruggero I di Sicilia, Guglielmo il Malo (colui che spogliò il Santuario delle proprie ricchezze) e Guglielmo il Buono (colui che risarcì il Santuario dai furti commessi dal padre), Tancredi, Giovanna I e Giovanna II di Napoli, Alfonso II di Napoli, Ferdinando I di Napoli, Carlo V d’Asburgo, Dante Alighieri e altri.

Cfr: http://www.siticattolici.it – Foto dal Wikipedia

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