Alla grande ricchezza del tessuto culturale del Mezzogiorno non corrisponde un’altrettanto ampia fruizione di questo patrimonio. Unimpresa presenta il documento programmatico sul turismo nel Mezzogiorno. Riuniti a Napoli i vertici delle regioni del Sud.

Il Mezzogiorno d’Italia è una terra ricchissima dal punto di vista culturale, nella quale si trova un patrimonio diffuso costituito non solo da grandi attrattive culturali, ma da numerosissimi luoghi di fruizione presenti ovunque nel territorio: musei, palazzi storici, aree di interesse naturale e artistico e un’infinità di tradizioni e possibili rievocazioni storiche e popolari. La ricchezza di un Paese può misurarsi anche attraverso parametri diversi da quello del Pil. Il Mezzogiorno possiede infatti risorse naturali e culturali che rappresentano un vero tesoro. Alla grande ricchezza del tessuto culturale del Mezzogiorno non corrisponde, però, un’altrettanto ampia fruizione di questo patrimonio. I siti culturali statali del Sud nel 2017 hanno attratto circa 7 milioni e mezzo di visitatori corrispondenti ad un incasso di poco inferiore ai 30 milioni di euro. I due valori corrispondono al 20,5% e il 24,8% dei totali nazionali. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo evidenzia quanto i territori del Mezzogiorno esprimano una propria forza economica anche attraverso l’elevata qualità del proprio patrimonio culturale diffuso e dei paesaggi, le cui straordinarie potenzialità sono ampiamente inespresse. Su questo tema è intervenuto con una nota Cosimo Callisto, presidente Unimpresa Campania, il quale ritiene essenziale  considerare “Il patrimonio culturale ed il paesaggio per le regioni del Mezzogiorno e per la Campania in particolare, potenziali strumenti di miglioramento della qualità dello sviluppo economico sostenibile e per la creazione di opportunità di lavoro qualificato, in particolare  – continua il presidente Unimpresa Campania – per i tanti professionisti dei beni culturali, formati nelle nostre Università. Tuttavia ad oggi tali potenzialità non si sono ancora pienamente espresse in termini di sviluppo socio-economico, occupazione, benessere diffuso”.

Il Mezzogiorno, pur trovandosi in un’area strategica dal punto di vista geografico e culturale, mostra capacità non ancora sufficienti nei confronti del mercato turistico internazionale. La scarsa presenza di stranieri e l’elevata stagionalità estiva dei flussi rappresentano i due principali punti di debolezza del Mezzogiorno. “Le difficoltà del Mezzogiorno ad affermarsi nel panorama turistico internazionale  – dichiara Orazio Saracino presidente Unimpresa Molise – non dipendono dalla scarsa notorietà di questi luoghi, ma dal sistema delle infrastrutture in genere insufficienti e dalla stagionalità dei flussi turistici  infatti il 69,9% delle presenze nel Mezzogiorno si concentra nel periodo giugno-settembre”. Il documento presentato da Unimpresa sottolinea che nel 2017 circa il 40% delle presenze complessive registrate in Italia si concentra nei mesi di luglio e agosto: dato che evidenzia la forte connotazione balneare del mercato turistico italiano. La stagionalità è più elevata per la componente domestica della domanda, con il 43,5% delle presenze nei due mesi estivi, mentre la componente straniera, sebbene anch’essa raggiunga i valori massimi nei mesi di luglio e agosto, registra rilevanti quote di presenze anche nei mesi di giugno, settembre e ottobre. Il documento di sintesi scaturito dall’incontro delle Federazioni Unimpresa del Mezzogiorno sul tema del Turismo, nell’analizzare gli aspetti critici che maggiormente dovrebbero essere affrontati per garantire un miglior sviluppo al settore turistico nel Mezzogiorno possono essere così riassunti:

1) La qualità del sistema dell’ospitalità turistica: uno degli elementi di debolezza dell’offerta turistica è la non ancora sufficiente affidabilità del livello di qualità dei servizi turistici, troppo differenziato.

2) La mobilità: l’accessibilità di un luogo non si misura in chilometri ma in ore di tempo necessarie per raggiungere la destinazione desiderata.

3) La qualità strutturale e gestionale delle strutture di accoglienza turistica (strutture ricettive) e dei servizi: a questo riguardo è urgente l’attivazione di un sistema di certificazione di qualità delle strutture – da accompagnare eventualmente con marchi di prodotto – basato su accordi volontari da parte degli operatori privati che definiscano disciplinari il cui rispetto sia garantito dall’uso del marchio.

4) Un sistema di formazione e istruzione più focalizzato sul settore turistico: ossia la qualità delle risorse umane, per la quale occorre agire sviluppando politiche formative degli operatori e dei lavoratori, anche con specifico riferimento alla sostenibilità ambientale e al turismo sostenibile.

5) Insufficiente competitività dei prezzi dei servizi turistici: i diversi prodotti esposti alla concorrenza internazionale non possono prescindere da una accurata analisi del livello dei prezzi dei servizi turistici, che in Italia non risulta concorrenziale.

6) L’inserimento del prodotto italiano con riferimento anche ai grandi mercati intercontinentali (es. Cina, India ecc.): partendo dalla consapevolezza dell’importanza di tale mercato turistico, si intende valorizzarlo attraverso nuovi approcci al marketing e alla qualità, diffondendo nuove conoscenze e alcuni standard minimi di qualità.

7) L’utilizzo della rete per la promozione e la commercializzazione del settore: su internet avviene già oltre il 50% delle transazioni commerciali di tipo turistico e la percezione di efficienza e organizzazione di un Paese si esprime proprio sulla rete, dove oggi sempre più spesso inizia l’esperienza del viaggio

Sulle criticità alla base di un efficace sviluppo turistico nelle regioni del Mezzogiorno si è soffermato il presidente Unimpresa Sicilia Salvatore Politino: “Vi è da dire però che si sta affermando sempre più un approccio non tradizionale del marketing, che valorizza gli strumenti quali l’accoglienza, il racconto, le reti”. Accoglienza significa prima di tutto costruire relazioni e condividere passioni, racconti, storie, emozioni, territori. La maggior parte delle persone frequenta i social network perché attraverso essi può condividere esperienze con un gran numero di persone. I social network dunque possono fornire un grande contributo e in questi anni hanno consentito di rendere più umano il rapporto tra le persone coinvolte. Lo studio presentato da Unimpresa ha evidenziato come la rivoluzione del web abbia “avuto il grande pregio di tirar fuori dal cassetto la visione italiana o ‘latina’ al mercato, che fa leva sul passaparola, la reputazione e la gestione delle relazioni”. “È necessario – secondo il presidente Unimpresa Abruzzo Anselmo Paciotti – coinvolgere gli utenti del web nelle reti sociali attraverso il dialogo e la condivisione ed è importante spingere affinché il turismo sia sempre meno standard ma più vero, più relazionale e più umano”. Il documento ci ricorda che il settore turistico, in particolare nel Mezzogiorno, si basa su un sistema di piccole e medie imprese, spesso a gestione familiare, per quanto riguarda sia le strutture ricettive, sia l’intermediazione (agenzie di viaggi, tour operator) che si presentano sui mercati spesso in modo non coordinato. La mancanza di integrazione delle politiche di sviluppo turistico con le politiche perseguite in altri settori è cruciale nel limitare la loro efficacia. “Destagionalizzazione: questa parola dovrebbe diventare la parola d’ordine – secondo il presidente di Unimpresa Basilicata Carlo Navazio –  della politica del turismo. È impensabile che l’Italia abbia un parco di posti letto superiore alla Francia e alla Spagna ma ne metta a disposizione, nell’arco di tutto l’anno, solo la metà”.

Ma quali potrebbero essere le possibili soluzioni? In primis, secondo il documento presentato da Unimpresa, la conoscenza della domanda proveniente da ciascuno dei mercati di riferimento, a seguire coordinamento tra i settori economici. La cultura in generale, il patrimonio culturale e ambientale come fattore fondamentale per promuovere e valorizzare il territorio attraendo talenti e turismo. Oggi risulta difficile identificare un “turista tipo”: il suo comportamento è sempre nuovo e mutevole; si deve riconoscere che oggi il turista non è più un soggetto passivo, ma sempre più autonomo, che intende vivere il turismo come esperienza autentica. “Diventa pertanto fondamentale adeguare l’offerta alle esigenze dei viaggiatori per ‘fidelizzarli’ e consolidare la loro presenza sul territorio. Il turismo rappresenta un potenziale elevatissimo per lo sviluppo dell’economia locale del Mezzogiorno avendo forti legami con molti altri settori come agricoltura, artigianato, edilizia e telecomunicazioni” ha voluto ricordare Cosimo Callisto presidente Unimpresa Campania. Il documento “IL TURISMO NEL MEZZOGIORNO, UNA RICCHEZZA DA VALORIZZARE” presentato da Unimpresa evidenzia la necessità di eliminare in primo luogo i deficit strutturali, migliorando l’offerta dei servizi, e auspicando un sostegno decisivo da parte di politiche europee, nazionali, regionali e locali. Il coordinamento tra le attività di promozione istituzionali, la sinergia di tutti gli attori del sistema e la formazione specifica per gli operatori possono migliorare l’attrattività e produrre reale sviluppo territoriale.

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