Negli ultimi due decenni l’interesse politico e accademico per il potenziale di crescita economica del settore culturale è aumentato notevolmente in tutta Europa. Accanto a questo, si è determinato uno spostamento delle politiche culturali dal suo tradizionale ed esclusivo “valore pubblico” della cultura a valore economico della creatività. Sebbene sia ampiamente riconosciuto il valore intrinseco delle arti, la cultura viene sempre più invocata come un concetto strettamente strumentale per altri obiettivi politici. I nuovi approcci analitici sulle cosiddette “economie creative” hanno trovato una lenta applicazione all’interno degli studi sui contesti e le realtà rurali legati al mondo culturale in genere. Dove si sono realizzati studi e dibattiti sulla “campagna creativa”, le nozioni di valore culturale rurale restano relegate all’interno di un mero approccio strumentale e nel contempo sterile. È necessario spostare la discussione su di un ambito tematico diverso: l’approccio corretto potrebbe essere quello di attribuire al valore della cultura  un obiettivo di giustizia sociale al benessere, basato sullo sviluppo delle capacità collettive di una comunità rurale. Si dovrebbe considerare il valore della cultura nella prospettiva di creare un contesto di vita più armonico  tale da argomentare sul valore intrinseco della cultura nello sviluppo rurale.

Soffermarsi sul valore della cultura quale modello di benessere “pubblico” e giustizia sociale rappresenta il modo corretto per non incorrere in una inutile strumentalizzazione di tipo economico che negli ultimi decenni si vuole attribuire alla discussione. L’obiettivo è quello di provare a spostare la discussione su di un terreno diverso, articolando il valore della culturale rurale attraverso un approccio basato sulle capacità che le comunità culturali rurali hanno di scambiarsi conoscenze e come riescono a lavorare con altre organizzazioni artistiche in ambito rurale. Sarebbe utile porsi alcuni chiari obiettivi, in particolare: a) far evolvere la riflessione sul rurale attraverso analisi più ampie sulla cultura; b) offrire una diversa cornice concettuale per considerare il valore della cultura e, in tal modo, ampliare il dibattito su quale cultura di per sé possa contribuire al miglioramento materiale della vita di ciascuno; c) sfidare lo stretto strumentalismo che vuole la cultura come meccanismo di attuazione per altri obiettivi.  In primo luogo proviamo a dare un significato valoriale alla culturale. La cultura e il relativo concetto di valore culturale potrebbe partire dall’assioma secondo cui per qualificare qualcosa come “culturale” non si ci deve limitare al concetto di  “creativo”, ma attribuirgli anche un valore generare e comunicare in tal modo un significato simbolico, nel senso di un insieme di pratiche artistiche intraprese da individui creativi nel contesto di luoghi e comunità rurali che generano un significato ampio. In nostro aiuto potrebbe venire John Dewey che vuole compito dell’arte quale veicolo per trasmette un qualsiasi significato culturale attraverso l’esperienza. In contesti rurali questi significati “artistici” o culturali possono diventare trovare spazi di attuazione nei luoghi più disparati, immaginiamo un’esposizione di quadri che assume lo stesso valore “culturale” sia in una classica galleria d’arte sia in un negozio, bar o spazio pubblico collettivo della piccola comunità rurale. Questo tipo di esperienza culturale che andremo a definire “rurale” solo in quanto svolta nei luoghi della ruralità, viene condizionata fortemente dall’insieme di atteggiamenti, credenze, costumi, valori e pratiche che sono comuni ad un gruppo sociale che li condivide e li fa propri trasmettendo consapevolmente un senso di identità collettiva.

Il valore culturale, quindi, può essere inteso come qualcosa che nasce dall’esperienza collettiva della condivisione, dove gli individui o le comunità fanno propri gli aspetti legati all’estetica e allo spirituale, al simbolico e al sociale. In tal modo l’arte consente di realizzare un senso di connessione con gli altri, o come dice McCarthy: “i legami sociali creati tra gli individui quando condividono le loro esperienze artistiche”. La cultura è così importante che dovrebbe essere considerata un diritto umano universale.

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