Il rapporto tra sviluppo rurale e scelte territoriale progressivamente tende a consolidarsi e svilupparsi attraverso un nesso biunivoco che si articola in molteplici direzioni e su diversi livelli. Da un lato, con il cambio di percezione della campagna intesa non più come “mero” spazio agricolo, ma come paradigma dello sviluppo rurale, le stesso “territorio” diviene esso stesso motore dello sviluppo. In questo modo le scelte di “gestione” del territorio incidono più direttamente nello sviluppo socio-economico della campagna. Dall’altro lato, con il passaggio dalla logica della semplice “pianificazione urbanistica” al più complesso “governo del territorio”, “quest’ultimo si estende ad una visione più ampia che include la promozione dello sviluppo socio-economico-ambientale, nel quadro della promozione dello sviluppo sostenibile”.

In tale contesto è dunque l’agricoltura e più in generale lo stesso sviluppo rurale che diventano fattore essenziale per le scelte di governo del territorio, quest’ultimo inteso come: Conservazione, Valorizzazione e Gestione delle risorse ambientali e, contemporaneamente, provvedere a valorizzare le potenzialità e le tendenze locali per lo sviluppo.

Il Territorio in questo particolare contesto supera l’accezione di semplice contenitore fisico, per assumere un significato di “sedimentazione storica”, diventa un “insieme evolutivo di componenti geografiche, istituzionali, culturali, economiche e sociali”.

Il tutto nasce a partire dalla crisi del modello di consumo di massa, in particolare con l’emerge di un nuovo modello di consumo per cui beni e servizi hanno in sé un valore “simbolico oltre che un valore d’uso”. Proprio lo spazio rurale in tal modo ha la possibilità di inserirsi in questo nuovo modello di “produzione-consumo” percorrendo la strada della cosi detta “retorica della ruralità” secondo cui l’agricoltura e campagna sono “luoghi mentali, rappresentazioni ideali ed idealizzate”. Tuttavia il mondo rurale, potrà utilizzare, ai fini dello stesso sviluppo locale, il proprio ambiente e il proprio paesaggio che, assumendo un valore quantificabile  sulla base delle loro caratteristiche estetiche e naturali, divengono essi stessi merce di consumo.

In questo particolare contesto vuole intendersi come la campagna venga consumata in quanto include da un lato, caratteristiche quali la qualità dell’ambiente, la tranquillità, i valori locali e la valorizzazione della comunità rurale (ruralità); e dall’altro lato riflette le specificità territoriali quali la cultura, la storia o la geomorfologia che caratterizzano un determinato territorio rurale. “La ricostruzione o, meglio, la “conservazione attiva” del ‘territorio rurale’ e la sua differenziazione rispetto agli altri territori diventano gli assi strategici del nuovo modello di sviluppo rurale”. Nello specifico, e in sintesi: “lo stesso territorio rurale muta scenario e ruolo, consolidandosi come luogo privilegiato di funzioni diverse dalla produzione agricola propriamente intesa ed ambito capace di conciliare la salvaguardia e la valorizzazione delle tradizioni e delle culture locali con una valorizzazione economica basata sulla promozione del binomio ‘qualità del prodotto-qualità del paesaggio’ nelle plurime forme in cui questo prende corpo” (PIT).

In questo nuovo contesto, facendo riferimento alla  particolare connessione  che intercorre tra sviluppo rurale e governo del territorio, il paesaggio diviene esso stesso un fattore di “competitività territoriale” in quanto elemento strategico e identitario per lo sviluppo dei territori rurali. Il paesaggio rurale entra nel marketing del territorio in modo da accrescere l’attrattività verso il consumatore e il turista, e nel contempo, il paesaggio rurale può essere utilizzato dalle comunità rurali per la costruzione dei processi identitari e quindi di sviluppo endogeno. Non va sottovalutata altresì la straordinaria capacità di rispondere in termini nuovi alla produzione di beni alimentari, inoltre l’agricoltura è sempre più capace di fornire un’ampia gamma di servizi “socialmente significativi”, molti dei quali sono veri e propri beni di interesse collettivo, non diretti al mercato.

Non ultimo il ruolo che l’agricoltura svolge in termini di sostenibilità ambientale attraverso le sue funzioni di: mantenimento degli spazi rurali, conservazione del paesaggio, protezione ambientale, controllo dell’erosione , conservazione dei suoli, conservazione della biodiversità, salvaguardia delle risorse autoctone. L’agricoltura si pone sempre più come un elemento co-produttrice di “territorio” e pertanto  è inevitabile e non più rimandabile un approccio di tipo condiviso circa la scelta degli strumenti di pianificazione del territorio: essi  “devono promuovere l’economia rurale attraverso il consolidamento del ruolo multifunzionale svolto dall’attività agricola anche integrata con le altre funzioni e settori produttivi con la tutela e coerenti con la valorizzazione delle risorse del territorio.

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