La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino diretta da Francesca Casule, il Comune di Avella e la Fondazione Avella Città d’Arte annunciano la riapertura del Parco Archeologico dell’Anfiteatro a visitatori e turisti. I dati diffusi lo scorso anno dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali hanno evidenziato un aumento esponenziale del numero di visitatori e turisti: circa 5600 gli accessi registrati dal Mibact alle aree archeologiche di Avella, che si è confermata come il sito archeologico più visitato della Provincia di Avellino. Durante la chiusura forzata a causa del Covid-19, gli operatori dell’ufficio turistico SIAT hanno continuato a lavorare per instaurare una rete di contatti e collaborazioni con tour operator, agenzie di viaggi e guide turistiche abilitate che proporranno ai visitatori che prediligeranno mete meno affollate immerse nel verde il patrimonio archeologico, paesaggistico e naturalistico avellano, garantendo il rispetto delle normative anticovid.

L’anfiteatro romano di Avella, situato nel settore sud-orientale della città antica, in un’area precedentemente già occupata da strutture abitative del periodo sannitico costituisce l’opera architettonica di epoca romana più importante della città. L’area rappresenta il primo nucleo del Parco Archeologico dell’antica Abella. Venne eretto in opus reticulatum di tufo forse non molto dopo la deduzione della colonia, come quello di Pompei, di cui ricalca all’incirca le dimensioni. Fu appoggiato all’angolo sud-orientale delle mura ed in parte al pendio naturale, e solo la parte meridionale poggia su grosse costruzioni a volta, mentre l’arena si trova sotto il livello circostante. Sono ben conservati i due vomitorii principali nell’asse maggiore dell’ellisse (itinera magna) con ambienti laterali, e il podio che divideva la curva dall’arena, e dei sedili in tufo dell’ima cavea; è rimasto abbastanza per permettere la ricostruzione. Un’immagine schematica dell’edificio è pervenuta sul fianco di una base onoraria di età imperiale. Nel tardo impero fu iniziata la costruzione di stalle nel podio, poi rimasta interrotta dagli eventi che precipitarono con la dissoluzione dell’impero romano d’Occidente.

Fonte storica: Mibact.

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