
di Giovanni Loche
La questione del terzo mandato per i governatori regionali è tornata al centro del dibattito politico italiano, intrecciandosi con le tensioni interne al Campo Largo e con le conseguenze del recente referendum.
Il tema, che riguarda la possibilità di consentire ai presidenti di Regione di candidarsi per un terzo mandato consecutivo, sta generando divisioni profonde tra le forze politiche, con ripercussioni dirette sulle alleanze e sulle strategie elettorali.
Il nodo del terzo mandato: una riforma controversa. Attualmente, la normativa italiana prevede un limite di due mandati consecutivi per i governatori regionali. Tuttavia, la maggioranza di governo sta valutando la possibilità di modificare questa regola, aprendo alla possibilità di un terzo mandato. La proposta è sostenuta soprattutto da Fratelli d’Italia e dalla Lega, che vedono in questa modifica un’opportunità per mantenere al potere figure chiave come Luca Zaia in Veneto e Vincenzo De Luca in Campania.
La questione è particolarmente delicata in Campania, dove il governatore uscente Vincenzo De Luca, esponente del Partito Democratico, potrebbe beneficiare di questa riforma per ricandidarsi. Tuttavia, la sua leadership è contestata all’interno del Campo Largo, con il Movimento 5 Stelle che sostiene la candidatura dell’ex presidente della Camera Roberto Fico.
Il referendum e le fratture nel Campo Largo. Il recente referendum su lavoro e cittadinanza, promosso da Pd, M5S e Avs, ha evidenziato le profonde divergenze tra le forze progressiste e centriste. Mentre il Pd, il M5S e Avs hanno sostenuto i quesiti referendari, Italia Viva e Azione si sono schierate contro, riaffermando una visione più liberista e distante dalle istanze sociali portate avanti dal resto della coalizione.
Questa divisione ha messo in discussione la tenuta del Campo Largo, con il Pd di Elly Schlein che cerca di mantenere un’alleanza ampia, nonostante le tensioni interne. La mancata partecipazione di una parte dell’elettorato al referendum ha indebolito la posizione del centrosinistra, alimentando il dibattito sulla necessità di una strategia più unitaria per le prossime elezioni regionali.
Il test della Campania e il futuro del Campo Largo. La Campania potrebbe diventare il banco di prova decisivo per il Campo Largo. Se il governo dovesse approvare il terzo mandato, De Luca potrebbe ricandidarsi, mettendo in difficoltà la strategia del Pd e del M5S, che puntano su Roberto Fico come alternativa progressista.
La possibilità di una ricandidatura di De Luca rischia di accentuare le divisioni tra i riformisti del Pd e la leadership di Schlein, che ha sempre criticato il consenso feudale nelle regioni governate da figure storiche del partito.
La questione del terzo mandato si intreccia con le tensioni interne al Campo Largo e con le conseguenze del referendum, creando un quadro politico incerto. Se il governo dovesse approvare la riforma, il centrosinistra si troverebbe di fronte a una scelta difficile: sostenere De Luca per mantenere la Campania o puntare su Fico, rischiando di perdere una regione strategica?
La sfida per il Campo Largo sarà quella di trovare una sintesi tra le diverse anime della coalizione, evitando fratture che potrebbero compromettere la sua competitività alle prossime elezioni. Il test della Campania potrebbe essere decisivo per il futuro dell’alleanza progressista e per la definizione delle strategie politiche in vista delle elezioni del 2027.
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