La crescente diffusione dell’uso di alcool e droghe tra ragazzi sempre più giovani mi ha spinto a scrivere su questo argomento per stimolare  riflessioni sulle capacità della mente umana, con la speranza che queste possano aprire orizzonti alle nuove generazioni, oltre che a genitori ed educatori. Le motivazioni per le quali si ricorre alle sostanze per alterare il proprio stato mentale sono ovviamente complesse e riguardano, in particolare, sia problematiche interne che difficoltà nelle relazioni con gli altri, a mio avviso queste ultime sono prevalenti. In queste pagine ho scelto di parlare esclusivamente delle capacità della mente, le potenzialità del cervello e come queste possono influenzare l’umore. Le motivazioni psicologiche saranno trattate in un altro articolo.

Cosa manca?

“Se i giovani (e non solo) avessero conoscenza di ciò che è in grado di fare il loro cervello e fossero consapevoli delle motivazioni del proprio comportamento, probabilmente non avrebbero bisogno di utilizzare droghe”.  Questa affermazione ad alcuni sembrerà forte, ma è semplicemente “VERA”. Il cervello è in grado di produrre tutti gli stati d’animo, le emozioni, le reazioni chimiche responsabili dell’umore, sia esso positivo o negativo. Alcune sostanze chimiche prodotte dal cervello sono le endorfine (letteralmente il termine significa “morfine interne”), neurotrasmettitori più potenti di alcuni oppiacei nel lenire il dolore e la dopamina, responsabile del piacere e del benessere fisico e mentale.

Con un allenamento opportuno possiamo indurre il nostro cervello a produrre queste sostanze, nella quantità che ci occorre per sperimentare stati mentali positivi. In totale autonomia siamo in grado di raggiungere tutti gli stati di coscienza indotti dalle “sostanze psicotrope”, alcool compreso, in modo del tutto naturale e senza gli effetti collaterali provocati dall’assunzione di questi prodotti. Addirittura si è osservato che con l’assunzione di droghe il cervello sembra smettere temporaneamente di produrre a sua volta sostanze come le endorfine, e questo scatenerebbe le crisi di astinenza tipiche di quando si interrompe l’uso di oppiacei. Questa capacità del nostro cervello rende del tutto superfluo assumere sostanze esterne per raggiungere stati mentali positivi. Certamente occorre sapere come fare, in che modo è possibile raggiungere questi risultati, ma questa conoscenza condurrebbe al superamento di ogni dibattito sull’uso delle droghe e su come affrontare la questione. La buona notizia è che queste conoscenze sono disponibili. Sono il frutto di studi e ricerche svolte in diversi ambiti e che utilizzate insieme consentono di accedere a questi “stati mentali “ e a indurre il cervello a produrre sostanze benefiche.

Cause culturali

La questione centrale è che la maggior parte delle persone ignora le potenzialità della propria mente e come utilizzarle consapevolmente. È ancorata ad un paradigma culturale “allopatico”, secondo il quale per ottenere dei cambiamenti interni è necessario introdurre dall’esterno una qualche sostanza, così come avviene anche per la cura della salute fisica; per ogni disturbo viene creato un rimedio che si assume dall’esterno. Anche nel caso di disturbi fisici, contrariamente a questa visione, spesso le risorse di guarigione risiedono all’interno del corpo o della mente. Il problema è che nella nostra società quasi nessuno ci insegna come farlo. In campo medico c’è stato un periodo storico preciso, tra il 1820 e il 1840 nel quale si stava affermando l’uso della tecnica dell’ipnosi negli interventi chirurgici con ottimi risultati. Questa pratica fu interrotta quando il dentista americano W.T. Green, nel 1846, rese noto di aver utilizzato l’etere come anestetico per estrarre un molare. Da quel momento, al di là dei benefici della scoperta, possiamo dire che l’uomo occidentale rinunciò a sviluppare e utilizzare le proprie risorse interne per affrontare il dolore.

Come sviluppare le proprie capacità

Rivolgersi a persone che insegnano tecniche di consapevolezza può essere il primo passo. Training autogeno, visualizzazioni guidate, yoga e altre pratiche olistiche che privilegiano esercizi mentali sono tutte modalità efficaci per iniziare ad avere consapevolezza del proprio corpo e il controllo della propria mente. Nel prosieguo dei miei scritti illustrerò il percorso che ho messo a punto per raggiungere e mantenere una condizione di benessere duratura e stati mentali che definisco di natura “superiore”

L’inizio del percorso

Imparare che è possibile influenzare i propri stati mentali a piacimento è solo l’inizio del percorso. A partire da questa consapevolezza è necessario agire. Ci sono diversi metodi che si prefiggono di guidare l’individuo verso la conoscenza dei propri processi mentali. Per avere un’idea di quali esercizi si possano svolgere al riguardo suggerisco, per chi desideri approfondire l’argomento, la lettura del libro di R. Bandler e J. Grinder: “Usare il cervello per cambiare” – Astrolabio editore. – 1986

Apprendere tecniche di rilassamento è comunque il primo passo da fare. Le operazioni mentali da svolgere per “prendere in mano” il destino della propria mente passano dalla capacità di entrare in “stati mentali più efficienti e trasformativi.”

Per concludere

Al termine di questo articolo vi lascio un’attività esemplificativa da fare. Si tratta di una esercitazione che può essere svolta anche da soli; essa fa parte del repertorio di attività che ho utilizzato nella mia formazione individuale e nei corsi che ho tenuto. Non sempre da soli si riesce a rilassarsi alla prima esperienza. La cosa non deve preoccupare poiché l’emersione di vissuti emotivi può necessitare di un intervento da parte di persone che hanno una competenza specifica.

Lo scopo dell’esercizio è quello di farvi riflettere su come sia possibile indirizzare consapevolmente la propria mente per produrre sostanze benefiche. L’attività potrà essere utilizzata in momenti di tristezza, di malumore o semplicemente per migliorare lo stato d’animo.

  • Prendetevi un po’ di tempo in una giornata in cui non avete molti impegni. Dai 30 ai 60 minuti. Il primo passaggio è importante ed è il seguente. Chiedetevi se il mondo, la famiglia, gli amici, il lavoro, lo studio possano fare a meno di voi per un po’ di tempo. Spesso risulta difficile staccarsi dai doveri e dagli obblighi. Per i più giovani dalla necessità di essere sempre reperibili e disponibili per gli amici.
  • Se la risposta sarà negativa sarà il primo problema da affrontare. Non riuscite a porre le basi per rilassarvi. Se sarà affermativa e pensate che il mondo sopravviverà senza di voi spegnete il cellulare (per alcuni sarà l’impresa più difficile ma necessaria). Predisponetevi a svolgere una, alcune o tutte le seguenti attività, a seconda delle vostre preferenze;

Preliminarmente riflettete sul vostro umore iniziale.

1)            Sdraiati sul letto o divano effettuate alcune respirazioni distensive per qualche minuto;

2)            Cercate di portare alla mente episodi piacevoli recenti o anche passati che vi hanno procurato molto buonumore e soffermatevi sulle emozioni che avete provato in quelle occasioni;

3)            Ascoltate musica piacevole, possibilmente con caratteristiche distensive;

4)            Guardate video comici di vostro gusto piacevoli e divertenti al pc (dato che il telefono è spento);

Al termine dell’esperienza rimanete per alcuni minuti a riflettere sullo stato d’animo raggiunto, perché se tutto sarà andato per il verso giusto avrete prodotto tanta dopamina e vi sentirete molto di buonumore. Come potete notare sono attività comunissime, l’aspetto importante consisterà nella consapevolezza di ciò che avete fatto. Avete indirizzato il vostro cervello e avete indotto il vostro organismo a produrre delle sostanze chimiche benefiche. La prossima volta che proverete stati d’animo negativi potrete scegliere se bere alcolici per rilassarvi, prendere un ansiolitico oppure ricorrere a questa attività. E’ un allenamento. Col tempo il cervello si abituerà a ricercare stimoli positivi e sarà sempre più semplice ricordare come tornare in questo “luogo della mente”.

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