Il 2021 nasce con tanta fiducia, questa contrapposta alla fotografia di un 2020 che ci ha scosso.

Una volta mi dissero in un confronto dialettico sull’apprezzare alcuni costumi, “ma sei limitato”, e lì ho scoperto che ho nei limiti un valore, un patrimonio, un contenuto, qualcosa da spendere ed offrire. Ciò che abbiamo nei nostri limiti rappresenta una identità e questa è ingrediente della mediazione, un’altra riscoperta di questi mesi, che potrebbe sostanziare la solidarietà della comunità. Anche la solidarietà è mediazione e compromesso, tra chi dona e chi riceve, entrambe funzioni fondamentali. Una espressione di solidarietà sociale è di conseguenza il ragionamento, perché questo è la forma e il percorso per una visione comune. La visione del destino, del progetto, del disegno della nostra comunità è appunto nella nostra abilità di partecipare alla mediazione del ragionamento. Questi spunti ci offrono la possibilità, la possibilità è, appunto, la chiave della speranza.
Sono passate 24 ore, un granello nella clessidra, ma se rileggiamo il nostro presente e il futuro con la lente del ragionamento allora abbiamo possibilità, quindi speranza. Il ragionamento è elaborato dalla mediazione dei limiti, quindi costruito insieme, ed è prepedeutico al destino comune, solidale. Questa del costruire il ragionamento è la bontà faticosa che riscatta il futuro dal declino. La preziosa umiltà, perché limitata e insieme complesso di limiti, del ragionamento e ciò che può superare la stagione sconfitta delle semplificazioni, della esaltazione della unità individuale e della frustrazione degli egoismi. Il superamento di populismi e civismi. Un declino politico, sociale ed economico che può essere rapidamente ribaltato ora. Questo mio contributo non può essere sicuramente raccolto e compreso dai disfattisti, ma spero che sia utile per far emergere le idee di quanti tra di voi abbiano da offrirne. Oggi spero nel dibattito, nel faticoso confronto, nella attenzione alle idee e alle risposte complesse, perché il riscatto sia progresso sociale.
di Nicola Tavoletta
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