L’eurodeputato Denis Nesci (ECR-Fratelli d’Italia) replica con fermezza alle dichiarazioni di Stefano Bonaccini sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, respingendo le accuse del Partito Democratico e chiarendo la reale origine della scadenza fissata al 2026.

«Come al solito – afferma Nesci – il Partito Democratico preferisce fare propaganda piuttosto che affrontare la realtà dei fatti. A differenza di quanto sostenuto dall’onorevole Bonaccini, non sarà un presunto “asse von der Leyen–Meloni” a impedire la proroga del PNRR. La scadenza del 2026 è stata stabilita dai governi degli Stati membri e votata dallo stesso PD in Parlamento europeo. È quindi paradossale che oggi il Partito Democratico tenti di scaricare su altri una decisione che porta anche la sua firma».

L’esponente di ECR-Fratelli d’Italia spiega nel dettaglio il quadro normativo europeo che regola il Piano: «Il PNRR nasce come strumento straordinario e temporaneo, pensato per rispondere all’emergenza economica derivata dalla pandemia. Ogni proroga non può essere disposta unilateralmente, ma richiederebbe la modifica di tre atti legislativi fondamentali: il regolamento EURI, il regolamento RRF e la decisione sulle risorse proprie. Parliamo di un processo istituzionale lungo e complesso, che necessita di un consenso ampio e, in alcuni casi, dell’unanimità tra tutti gli Stati membri, oltre alla ratifica dei parlamenti nazionali. Una procedura di questo tipo, nei tempi ristretti che restano, non è tecnicamente realizzabile».

Nesci sottolinea che il Partito Democratico, consapevole di tali vincoli, «finge di ignorarli per strumentalizzare il tema a fini politici interni, invece di contribuire a un dibattito serio sulla piena attuazione del Piano».

L’eurodeputato aggiunge: «Il governo Meloni, con impegno e responsabilità, sta portando avanti il PNRR rispettando le scadenze e adattando i progetti alle reali esigenze dei territori. Non servono polemiche, ma lavoro, concretezza e una visione che metta al centro l’interesse del Paese, non le convenienze elettorali».

Nesci ricorda inoltre che il sistema europeo prevede già strumenti di continuità per i progetti che non riusciranno a essere completati entro la scadenza del 2026: «I fondi della politica di coesione saranno utilizzati per garantire la prosecuzione degli interventi avviati, in modo da non disperdere gli investimenti e le risorse destinate alle comunità locali. Non si tratta di interrompere o bloccare i lavori, ma di trasferire in modo ordinato i progetti in un quadro finanziario più stabile».

Infine, l’eurodeputato calabrese lancia un appello alla responsabilità politica: «Il Partito Democratico farebbe bene a ricordare che il PNRR è nato come risposta condivisa a una crisi globale e che la scadenza del 2026 non è una decisione del governo Meloni, ma un vincolo europeo da loro stessi approvato. Invece di diffondere falsità e allarmismi, sarebbe più utile lavorare insieme per completare i progetti, sostenere le imprese e rafforzare la capacità amministrativa dei Comuni e delle Regioni. È su questo terreno che si misura la credibilità di chi dice di voler difendere l’Italia in Europa».

Conclude Nesci: «Il PNRR è un’occasione storica, ma va gestita con serietà e non con propaganda. La scadenza del 2026 non è un ostacolo, ma una sfida: quella di dimostrare che l’Italia è in grado di spendere bene e in tempo le risorse europee, trasformandole in sviluppo e lavoro vero».

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