LE NUMEROSE TESTIMONIANZE DELLA VITA QUOTIDIANA DELL’EPOCA SONO QUANTO DI PIÙ VIVO E FORTE CI SIA STATO RESTITUITO: DALLE MIGLIAIA DI GRAFFITI RITROVATI SUI MURI ANTICHI, AI TANTI OGGETTI DI USO DOMESTICO E AI VIVACI AFFRESCHI CHE DECORAVANO LE CASE, FINO AI PIÙ FRAGILI E IMPRESSIONANTI REPERTI ORGANICI CARBONIZZATI.

Oltre 70 edifici fruibili e aree espositive interne al sito La superficie della città antica è di circa 66 ettari, di cui circa due terzi già scavati. Oltre ai numerosi edifici fruibili – più di 70 strutture, tra edifici pubblici (Foro, terme, botteghe, teatri) e case private – il sito include al suo interno: – l’Antiquarium, presso uno degli ingressi al sito (Piazza Esedra) che conduce al Foro, e che consente attraverso l’esposizione di alcuni reperti più rilevanti, di ripercorrere la storia di Pompei dall’età sannitica (IV secolo a.C.) fino alla tragica eruzione del 79 d.C., con particolare evidenza all’inscindibile relazione con Roma; – e un ‘area espositiva nella zona occidentale, all’interno della Palestra grande, i cui portici sono destinati ad esposizioni permanenti (affreschi di Moregine) e temporanee. Attualmente è in corso nel portico centrale la mostra “Arte e sensualità nelle case di Pompei”. Nuove aperture Dopo accurati interventi di restauro sono state riaperte al pubblico alcune grandi dimore, ricche di raffinate decorazioni: la Villa di Diomede, interamente accessibile sui due livelli, la casa dei Dioscuri, la Casa dei Vettii. Il 16 luglio sarà inaugurata la casa delle Nozze d’argento. Essa deve il suo nome alla visita dei reali Umberto I e Margherita di Savoia nel giorno della celebrazione delle loro nozze d’argento del 1893. La casa è uno degli esempi più solenni e maestosi di come doveva apparire la dimora di un membro dell’aristocrazia pompeiana e si caratterizza per le imponenti soluzioni architettoniche, come le altissime colonne corinzie in tufo dell’atrio.

Sulla base di alcuni graffiti e di iscrizioni presenti su molti oggetti è stato individuato in Lucius Albucius Celsus l’ultimo proprietario della casa. Pompei per tutti – Itinerario senza barriere architettoniche Il sito dal 2016 è dotato del percorso – Pompei per tutti un itinerario di oltre 3,5 chilometri, senza barriere architettoniche, che consente la piena accessibilità a una parte rilevante del sito a persone in carrozzina e/o con difficoltà motoria. Dalla manutenzione agli scavi Nell’ambito delle attività di tutela e manutenzione del Parco, nel 2023 sono stati avviati nuovi scavi nell’area della cosiddetta Regio IX, in un’area di circa 3.200 mq, quasi un intero isolato della città antica sepolta nel 79 d.C. dal Vesuvio. Il cantiere, come il precedente nella Regio V, si inserisce in un più ampio approccio, sviluppato durante l’ultimo decennio e teso a rettificare e risolvere i problemi idrogeologici e conservativi dei fronti di scavo, ovvero il confine tra la parte scavata e quella inesplorata della città antica. Quest’ultima ammontante a circa 22 ettari di isolati e case ancora sepolti sotto lapilli e cenere, quasi un terzo dell’abitato antico. Lo scavo ha nei recenti mesi in luce due case ad atrio, già parzialmente indagate nell’800: una fullonica (lavanderia), con banconi da lavoro e vasche per il lavaggio e la tintura degli abiti e di un panificio con il forno, gli spazi per le macine e gli ambienti per la lavorazione e la creazione dei prodotti alimentari da distribuire in città. In questi ultimi ambienti sono affiorati i resti ossei di tre vittime dell’eruzione. Mentre su una parete dell’atrio della casa con panificio è emerso un affresco con natura morta, con dettagli estremamente accurati. Un genere di immagini, noto in antico con il nome xenia, che prendeva spunto dai “doni ospitali” che si offrivano agli ospiti, secondo una tradizione greca risalente al periodo ellenistico (III-I secolo a.C.).

Nell’ambito delle attività di manutenzione e tutela del Parco, contestualmente sono in corso altri interventi di scavo: a Pompei presso l’Insula dei Casti Amanti, presso l’Insula Occidentalis, il fronte meridionale dal tempio di Venere al Foro triangolare, e a Civita Giuliana, nell’immediato suburbio a nord verso il Vesuvio, nell’area di una villa di grandi dimensioni. In quest’ultimo caso gli scavi avviati nel 2017, sono nati nell’ambito di un Protocollo di Intesa tra il Parco e la Procura di Torre Annunziata per contrastare il danneggiamento e il traffico illecito di beni culturali ad opera dei tombaroli; ma anche negli altri siti del Parco, ad Oplontis presso la Villa di Poppea (comune di Torre annunziata) e a Stabiae. Il verde – un patrimonio naturale da manutenere e valorizzare Pompei ha in corso, inoltre, una serie di attività finalizzate a una gestione autosufficiente e sostenibile del grande Patrimonio naturale di cui le aree archeologiche sono custodi e che ha tra gli obiettivi anche quello di rendere tale Patrimonio nuovamente produttivo, quale motore di sviluppo economico del territorio, sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e legale.

Dalla nuova gestione dei vigneti, alla coltivazione degli ulivi, al programma di imboschimento, ai progetti di agricoltura sociale con la raccolta della frutta realizzata dai ragazzi affetti da autismo e disabilità cognitive nell’ambito di percorsi formativi di riabilitazione e inserimento al lavoro, al Vivaio della Flora Pompeiana centro di produzione di piante “antiche” riproposte nei giardini delle domus, fino all’attività sperimentale dell’eco pascolo per la gestione dei prati dei pianori non scavati, e agli orti didattici, che vedrà i ragazzi delle scuole impegnati in progetti di coltivazione di circa 1 ettaro di orti pompeiani. Lavoro Multidisciplinare Le attività del Parco archeologico di Pompei sono gestite da un gruppo di lavoro eterogeneo e interdisciplinare composto da professionisti di varia competenza: ingegneri, archeologi, architetti, restauratori, antropologi, geologi, vulcanologi, operai specializzati, che interagiscono quotidianamente con l’obiettivo comune di preservare e valorizzare quello che è tra i siti archeologici più famosi al mondo e uno dei più visitati d’Italia. Visitatori Dal 2014 al 2020 oltre 20 milioni di persone (+47,5% fino al 2019) hanno visitato il Parco Archeologico di Pompei con una progressiva crescita annuale che ha portato il sito, nel 2019, a sfiorare quota 4 milioni di visitatori. Nel 2020, a causa della pandemia, il calo è stato drammatico con una riduzione del numero di visitatori pari a oltre l’85%. Dopo la pandemia, il trend è risalito, raggiungendo numeri ben superiori rispetto al periodo pre-covid. 2018: 3.768.164 2019: 3.925.616 2020: 594.823 2021: 1.036.380 2022: 3.060.049 2023: 1.932.754 fino al mese di giugno

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