Il turismo rurale si afferma in molti paesi dell’Europa centrale e settentrionale alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, mentre è solo dagli anni Settanta che viene considerato, nel Sud d’Europa, come un settore importante da implementare, in quanto contribuisce a ridurre l’esodo della popolazione dalle aree rurali e a creare occupazione, promuovendo lo sviluppo socioeconomico delle zone svantaggiate.

Il turismo rurale permette di soddisfare la domanda di spazi idonei alla pratica di una vasta gamma di attività ludiche, sportive, ricreative e culturali; esso soddisfa il crescente interesse verso il patrimonio naturale e la cultura rurale della società moderna che in seguito all’avvento di nuove tecnologie e dall’incalzante ritmo di vita, si è vista “privata” della conoscenza e del godimento di questi valori.

Questa forma di turismo può prevedere:

– visite alle aziende agricole (adibite per esempio in parte a centri di produzione e in parte a musei della flora autoctona);

– spiegazioni sui tipi di colture praticate, la loro origine, le tecnologie utilizzate, i mercati;

– degustazioni di frutti o prodotti derivati, nonché la partecipazione a taluni lavori.

In particolare queste attività possono essere utili per le zone svantaggiate. Gli attori locali sono finalmente consci del potenziale effetto moltiplicatore del turismo in termini di creazione di redditi complementari. Inoltre un ruolo importante è svolto dagli enti pubblici e dagli operatori economici nel garantire la promozione del turismo rurale. In un tale contesto, il comparto rappresenta lo strumento attraverso il quale mettere in atto una politica volta a garantire la tutela dei siti e degli stili di vita, a beneficio della generazione presente e futura, in accordo al criterio di sostenibilità.

La funzione ricreativa che la società odierna riconosce all’ambiente, con le sue componenti integrate con i caratteri antropico-culturali tipici delle aree rurali, rafforza l’orientamento ecologico del turismo, come alternativa al turismo di massa, creando nuove forme di turismo come ad esempio l’ecoturismo, l’agriturismo, il turismo culturale e così via.

Il turismo diventa quindi un asse strategico e trasversale, che è capace di innescare interessanti processi di sviluppo delle aree rurali. L’evoluzione di tale fenomeno è dovuto a molteplici fattori, tra cui la tendenza a ridurre i periodi di vacanza per poterne fare più di una durante l’anno, la ricerca di qualcosa di diverso, che esca fuori dai canoni, che si traduca in una serie di visite a luoghi che offrano esperienze, ambienti e contesti culturali diversi da quelli della routine quotidiana, la ricerca di luoghi che esprimano i caratteri di identità ed unicità ed infine la ricerca di esperienze ricreative a contatto con la natura. Il turismo rurale costituisce quindi uno strumento potenziale per lo sviluppo delle aree rurali, ma a condizione che esso si accompagni al rafforzamento dell’economia rurale, elemento strettamente collegato alla valorizzazione delle risorse endogene.

Appare chiaro quindi quanto sia importante l’interconnessione tra il fenomeno turistico, la salvaguardia ambientale ed il rilancio dell’agricoltura. Si assiste ormai ad una vera rivoluzione dell’agricoltura; oggi la produttività non è più l’obiettivo unico da perseguire, ma essa deve convivere con altri obiettivi della società, come la tutela dell’ambiente, la qualità degli alimenti e lo sviluppo rurale, passando da un’agricoltura meramente volta alla produzione ad un’agricoltura multifunzionale. È da anni che l’agricoltura italiana e mondiale vede, da un lato, la svalutazione per i produttori delle coltivazioni tipicamente agricole le quali risentono delle pressioni del mercato internazionale, e dall’altro la diminuzione del numero di giovani che intraprendono l’attività agricola. Oggi, i pochi giovani che si dedicano all’agricoltura cercano di portare innovazione, apportando trasformazioni, in termini di ordinamento produttivo, di sistemi o mezzi di produzione. Il concetto di multifunzionalità dell’agricoltura rappresenta la risposta a nuove esigenze della società: essa fa sì che vi siano imprese che, contemporaneamente, contribuiscano alla produzione alimentare, alla salvaguardia delle risorse naturali, all’occupazione e ad allo sviluppo sostenibile del territorio. Tra le nuove imprese che rispondono a tale requisito, vi sono le imprese agrituristiche, le quali offrono “servizi accessori” per l’agricoltura. Gli agriturismi sono imprese che interagiscono con il comparto agricolo, dando vita contemporaneamente alla produzione di materie prime d’origine agricola e di prodotti tipici d’ottima qualità, a cui si aggiungono i servizi riguardanti l’ospitalità, creando così nuovi flussi di reddito derivanti dalla fornitura di servizi accessori, quali l’alloggio e la somministrazione di pasti.

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